
400 volte Ducati – Dopo una pausa di quasi due mesi, i motori del Campionato Mondiale Superbike sono tornati a far sentire la loro possente voce. Nella foto Rea ad Assen .
Nel fine settimana infatti si è corso il gran premio di Olanda sul mitico TT Circuit Assen, quello che una volta, prima delle modifiche che lo hanno molto rallentato, era l’università’ del motociclismo.
Senza troppi giri di parole, si deve subito affermare che chiunque si fosse aspettato dal ritorno in Europa qualcosa di diverso da quanto già visto nei primi due round, non può che essere rimasto deluso. Alvaro Bautista e la sua Panigale V4R hanno fatto praticamente il vuoto conquistando una tripletta che testimonia un dominio ancora più disarmante.
Inutilmente per tutto il weekend si sono affannati Rea e Razgatlioglu a rincorrerlo. Il campione di Talavera de la Reina è sembrato giocare come il gatto con i topi. Li ha osservati, li ha marcati da vicino, li ha sorpassati, li ha irretiti e poi li ha salutati.
Fine di gara 1, di Superpole e di gara 2. In pratica non c’è stata storia, anzi il povero Rea che su Assen contava disperatamente per rilanciarsi e’ pure caduto in gara due nel disperato tentativo di tenere il passo del duo in rosso.
Per i due avversari la prova olandese è stata una vera e propria doccia fredda ed in pratica l’unica nota positiva consiste nel fatto che Razgatlioglu si è mostrato costantemente più veloce del suo compagno di squadra, il nostro Locatelli, ristabilendo così le gerarchie in casa Yamaha. Ma di poco più veloce perché il 26enne corridore lombardo ha firmato un’altra prestazione maiuscola conquistando l’ennesimo podio della stagione, il quarto su nove gare.
Dietro di lui merita tutto il nostro elogio un sempre più consistente Alex Bassani. L’alfiere del team Motocorsa Racing è un martello pneumatico inesorabile. Praticamente finisce ogni gara a ridosso del gruppetto dei magnifici tre, più Andrea quattro, ma lo fa con una moto privata. Sul suo sito si legge che il suo obiettivo è quello di divertirsi e di arrivare nella top five del mondiale. L’obiettivo sembra inquadrato. Semplicemente strepitoso.
Il dominio di Bautista così disarmante per gli avversari, ed anche un po’ per gli appassionati desiderosi di spettacolo, porta comunque con sé luci ed ombre in casa Ducati.
Iniziamo dalle luci. Bautista questo fine settimana ha regalato alla Ducati la vittoria numero 400 nel WSBK. Un record strepitoso, visto che la seconda, la Kawasaki, insegue con sole 177 vittorie.
Tanto per abbandonarsi ai ricordi la prima vittoria superbike della Ducati è targata Donington 1988, seconda manche della primo appuntamento del WSBK, ad opera di Marco Luchinelli su 851. Nomi e sigle che fanno salire la lacrima.
Lo spagnolo in Gara 2 ad Assen ha comunque vinto la sua quarantesima gara in sella ad una rossa. Al momento il suo bottino di successi è pari al 10% delle vittorie totali della Casa emiliana, ma c’è da scommettere che quest’anno batterà il record di Carl Fogarty e di Troy Bayliss fermi rispettivamente a 55 e a 52. Certo quelli erano tempi nei quali si correva solo due volte a weekend. Ma la forza evidenziata da duo in rosso quest’anno è tale che nei prossimi nove gran premi i record verranno battuti quale che siano i sistemi di conteggio.
Ora le ombre rosse. Ascrivere Alex Bassani sul lato delle ombre dà un po’ fastidio, ma avete già capito il senso della provocazione. Dietro il campione di Talavera de la Reina c’è praticamente il vuoto. Michael Rinaldi continua a deludere e tutte le altre Ducati sono molto lontane, troppo lontane. Che la Panigale V4R voli solo con Bautista è una evidenza che dovrebbe far riflettere la dirigenza di Borgo Panigale. Forse anche preoccupare.