“È uno dei peggiori”: il tecnico lo ASFALTA, lui reagisce e lo umilia: “La squadra va protetta”
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Un fallimento sportivo può determinare conseguenze imprevedibili: il top club si sgretola dopo l’eliminazione, scoppia il caos.
Tutti calmi, o quantomeno non troppo tesi, fino a dicembre, poi la temperatura inizia fatalmente a salire insieme all’importanza dei punti in palio e delle partite da dentro o fuori che bisogna disputare. Nulla di nuovo, nel calcio è sempre così. Forse, però, quest’anno ancora di più.
Sarà “colpa” del Var e delle polemiche che l’uso della tecnologia applicata agli arbitraggi trascina con sé di fatto dal momento della sua, pur sospirata, introduzione, fatto sta che ad ogni latitudine calcistica l’inizio del 2025 è stato all’insegna della forte tensione.
Si prenda quanto sta succedendo in Turchia, dove la ribellione di 19 squadre ai presunti errori arbitrali a favore del Galatasaray sta disegnando uno scenario irrespirabile per tutti, dalle istituzioni ai vertici arbitrali. In questo senso, però, in Italia non si è secondi a nessuno, perché tra dietrologie, polemiche o scandali vari non c’è davvero quasi mai pace.
La notizia dell’iscrizione del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis nel registro degli indagati con l’accusa di falso in bilancio per gli acquisti di Manolas e Osimhen rischia di togliere serenità al gruppo che Antonio Conte sta faticosamente cercando di pilotare nelle migliori condizioni possibili verso la volata scudetto.
Champions League, disfatta italiana: dopo i flop scoppiano le polemiche
Anche per le squadre impegnate in Europa il livello di tensione è molto elevato. Forse per la pressione dettata dal dover confermare i lusinghieri risultati delle ultime stagioni nelle Coppe, fatto sta che per Atalanta, Juventus e Milan le brutali eliminazioni dalla Champions League hanno lasciato strascichi piuttosto pesanti.
La situazione più esplosiva a livello ambientale sembra quella che si respira a Bergamo, dove dopo il sorprendente tracollo contro il Bruges sono volati letteralmente gli stracci. Il problema è che ciò non è successo all’interno dello spogliatoio, come sarebbe stato, se non normale, quantomeno comprensibile. Bensì in pubblico.

Da regina d’Europa allo spogliatoio spaccato: succede di tutto, interviene la società
Il riferimento è all’attacco di cui Ademola Lookman è stato fatto oggetto in conferenza stampa da parte di Gian Piero Gasperini. “Il rigore non doveva tirarlo Lookman, che è uno dei peggiori rigoristi che abbia mai visto. Anche in allenamento ha una percentuale di realizzazione bassissima, li calcia veramente male” l’affondo del tecnico piemontese ha sorpreso tutti in sala stampa e non è stato ignorato dall’attaccante nigeriano, che poche ore dopo si è detto “ferito” da parole definite “irrispettose”, che “non proteggono la squadra”, sottinteso come dovrebbe essere dovere di un allenatore.
Il caso è quindi servito e ora toccherà alla proprietà provare a ricomporre i cocci. La campagna europea è finita troppo presto e in generale il mese di febbraio, tra passi falsi in campionato e l’eliminazione in Coppa Italia, è stato nerissimo. La stagione però non è finita e se la Dea recupererà lo smalto fisico che sembra perduto ci sono ancora i margini per chiudere l’annata bene, se non in modo storico. A patto che tra il Gasp, artefice principale di quello che tra un miracolo si è trasformato in una solida realtà, e il giocatore più forte della rosa, non primi a screzi pubblici, torni il sereno. Per il bene comune e per quello individuale, perché per entrambi la carriera potrebbe non concludersi a Bergamo.