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AGENZIA DELLE ENTRATE piomba in SERIE A: “Istanza formale sulle ipoteche” | La storiaccia va avanti dal 2005

Stadio Olimpico - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Stadio Olimpico – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Dopo 20 anni sono in arrivo novità per una società storica del calcio italiano: cambia tutto per lo stadio, Presidente pronto a passare la mano.

Nove contro undici. Non è la descrizione delle forze in campo in una partita in cui ci sono state due espulsioni dalla stessa parte del campo, bensì la descrizione della cartina delle proprietà del calcio italiano per quanto riguarda la Serie A a fine gennaio 2025.

L’ultimo aggiornamento è arrivato da Verona, dove la società di private equity texana Presidio Investors ha rilevato il 100% delle quote dallo storico presidente Maurizio Setti, rimasto come consulente. Una svolta storica non soltanto per il club gialloblù, a 40 anni dallo scudetto, ma per tutto il calcio italiano.

La svolta in riva all’Adige ha fatto sì che le proprietà straniere fossero in maggioranza nella geografia del massimo campionato rispetto a quelle italiane. Sono appena nove i club che battono ancora bandiera tricolore e in questo gruppo abbiamo incluso anche l’Atalanta, unico caso di gestione al 50% tra i Percassi e Stephen Pagliuca.

Quanto resisteranno gli ultimi imprenditori made in Italy ancora disposti ad investire, in qualche caso anche a fondo perduto, accettando il rischio di retrocedere o comunque di fronteggiare il malumore delle rispettive tifoserie, più di una volta invocanti una svolta a stelle e strisce o araba?

Novità in vista per lo stadio: il cambio di proprietà si avvicina

Già, perché la suddivisione è chiara. Solo Napoli e Lazio, oltre all’ibrido Atalanta di cui sopra, hanno ancora proprietà italiana tra le prime 9 della classifica. Le altre società in cui lo straniero non è ancora passato sono medio-piccole che appartengono a proprietà storiche, come Udinese o Empoli, o a città medio-piccole evidentemente ritenute non strategiche dai potenziali investitori.

Qualcosa potrebbe però cambiare a breve in una piazza storica del calcio italiano, i cui tifosi non riescono a rassegnarsi ad un anonimato che si trascina ormai da diversi anni. Stiamo parlando del Torino, da 20 anni nelle mani di Urbano Cairo, che tuttavia da qualche tempo ha iniziato a guardarsi attorno. Offerte concrete ancora non se ne registrano, ma la svolta politico-burocratica alle viste potrebbe cambiare la situazione.

Il presidente del Torino Urbano Cairo - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Il presidente del Torino Urbano Cairo – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

L’aut aut del Comune mette alle strette il Presidente: la svolta è imminente

Il Comune di Torino è infatti pronto a far decadere le ipoteche ventennali del valore di 38 milioni che gravano sullo stadio ‘Olimpico Grande Torino’ dal 2005, ovvero dal fallimento del club granata e in scadenza il prossimo 30 giugno, quando scadrà anche il contratto d’affitto dello stadio. Una coincidenza che potrebbe favorire l’acquisto dell’impianto da parte dello stesso Cairo, come caldeggiato anche dallo stesso Comune, che ritiene lo Stadio sì un bene della comunità, ma la cui gestione e possibilmente proprietà deve passare al più presto nelle mani del Torino calcio.

Riscrivere nuove ipoteche a prezzi ribassati è un’opzione alternativa, comunque poco gradita forse anche dallo stesso Cairo e dai tifosi del Toro, che vedono la svolta come un potenziale acceleratore della cessione del club. L’attuale presidente potrebbe quindi acquistare lo stadio a prezzo ribassato, rendendo il Torino così un club appetibile per investitori italiani o stranieri disposti ad accettare un… coinquilino cittadino “scomodo” come la Juventus e a cercare di fare il possibile per riportare i colori granata quantomeno tra i club in grado di lottare per un posto in Europa.