“Ha mandato la DIGOS nella mia stanza: come un criminale”: bordata su LOTITO | “Mi ha mancato di rispetto”

La Lazio sogna in grande in campionato e in Europa League, ma fuori dal campo succede di tutto: il Presidente finisce nel mirino.
Dalla contestazione estiva alla possibilità di guardare tutti dall’alto in Europa a metà stagione. Questa l’inattesa metamorfosi vissuta dall’ambiente della Lazio, passata in meno di sei mesi dall’incubo del ridimensionamento alla capacità di sognare su tre fronti.
Era giugno quando il popolo biancoceleste insorse contro il presidente Lotito, reo di non aver impedito le partenze di tre colonne dello spogliatoio come Felipe Anderson, Luis Alberto e Ciro Immobile e di aver scelto per la panchina un tecnico privo di esperienze a grandi livelli come Marco Baroni.
Vero che il calcio ha abituato a repentini ribaltamenti di situazioni che sembravano pressoché definite e che a furia di giocare ogni tre giorni ci si è abituati a rimangiarsi quelle che sembravano sentenze, ma davvero in pochi, a partire dallo stesso Lotito, avrebbero scommesso sui risultati che la Lazio è riuscita ad ottenere nella prima parte di stagione.
Certo, i cavalli si vedono all’arrivo, come da storico mantra dello stesso Presidente, ma a prescindere dal bilancio di fine stagione alla luce dell’età media di una squadra ringiovanita in estate come a gennaio c’è tutto per poter parlare di un ciclo promettente che ha appena preso il via. Eppure, come spesso accade quando si parla di Lazio, la serenità rischia di durare molto poco.
La Lazio vola, ma scoppia un caso inatteso: bufera sul Presidente
Al netto del rapporto che resta difficile tra i tifosi e la società, per dinamiche non legate esclusivamente ai risultati della squadra, all’orizzonte biancoceleste si sta infatti affacciando una spina che rischia seriamente di minare la serenità di tutto l’ambiente. I fatti risalgono a inizio gennaio, ma l’onda lunga non si è spenta, anzi il caso è letteralmente scoppiato anche a livello mediatico.
Il riferimento è alla brusca interruzione del rapporto tra la Lazio e Juan Bernabé. Lo storico falconiere del club, colui che prima di ogni partita casalinga faceva volare l’aquila Olympia, è stato allontanato da Lotito dopo la bufera esplosa in seguito alla pubblicazione di Bernabé sui propri canali social di foto e video dopo l’intervento di protesi peniena al quale si era sottoposto.
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Caos Lazio, Bernabè senza freni: accuse durissime a Lotito
Lotito ha messo alla porta Bernabé, che dopo aver implorato il Presidente a tornare sui propri passi ha cambiato strategia, lanciando durissime accuse verso il numero 1 del club biancoceleste durante un intervento a ‘Radiosei’: “Ciò che ha fatto Lotito nei miei confronti è inammissibile. Dopo l’operazione voleva cacciarmi come un delinquente. Ha mandato uomini della Digos nella mia stanza di Formello. Sono pronto a denunciarlo e a portare delle prove”.
“Lotito non mi pagò durante il periodo del Covid” ha poi aggiunto Bernabé, il cui affondo è proseguito all’insegna di accuse non concernenti solo il rapporto personale con il Presidente: “Si è sempre comportato in maniera ingrata nei confronti dei suoi dipendenti, anche con i calciatori”. Parole alle quali la società non ha ancora replicato in maniera ufficiale e che Baroni dovrà essere bravo a far restare fuori dallo spogliatoio per non correre il rischio di rovinare ciò che è stato faticosamente creato nel corso dei mesi e che deve essere preservato, anche senza la presenza di Olympia a sbattere le ali.