“Fu lui a sceglierlo per BUDAPEST”: Ranieri è una furia | “Me l’ha detto un amico…”
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La stagione della Roma è senza pace: errori dietro la scrivania e in campo, ma non solo. Esplode la rabbia del mister.
Una stagione nata storta non si può raddrizzare. Neppure se subentra l’aggiustatore per eccellenza del calcio italiano ed europeo. La Roma e i suoi tifosi continuano a familiarizzare con questo concetto di partita in partita. In Italia e non solo.
L’ultima conferma è arrivata da Oporto, dove l’andata del playoff di Europa League contro il Porto si è chiusa all’insegna dei rimpianti. I giallorossi non sono riusciti a chiudere un match del quale hanno avuto il controllo per troppo poco tempo alla luce delle evidenti difficoltà non solo tecniche dei padroni di casa. Tutto rinviato al ritorno, ma che peccato.
Fatto sta che al termine della partita Claudio Ranieri non ha puntato il dito contro la propria squadra. O almeno non unicamente. Un Sir Claudio in versione più che mai mourinhana se l’è presa senza mezze misure con l’intera classe arbitrale, non solo con l’incerto fischietto del match del Do Dragao, il tedesco Tobias Stieler.
Sarà stata l’adrenalina post-partita, ma raramente si era visto un Ranieri così furibondo nonché dietrologo, al punto da gettare un ponte con un suo ex nemico eccellente, appunto lo Special One. Il tecnico giallorosso ha mandato un messaggio tutt’altro che velato a Roberto Rosetti, facendo tuttavia così riaffiorare un ricordo molto doloroso nel popolo romanista.
Ranieri si traveste da… Mourinho: lo sfogo di Oporto riapre una vecchia ferita
L’ex fischietto torinese è da anni il designatore dell’Uefa, pertanto è inevitabile che il dente del popolo romanista sia ancora avvelenato pensando a una data e a un luogo ben preciso. Budapest, 31 maggio 2023: “Un mio amico mi ha detto che Rosetti ha scelto Taylor nella finale di Budapest. Si capisce tutto no?” le parole “esplosive” di Ranieri.
Poco meno di due anni dopo la finale di Europa League persa ai rigori contro il Siviglia fa ancora molto male alla gens romanista e al calcio italiano tutto. Quella notte Ranieri era un “semplice” tifoso, essendo l’allenatore del Cagliari che stava per giocarsi i playoff per tornare in Serie A, ma di certo ricorderà tutto di quella serata.
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La Roma e il ricordo di quella notte stregata: il déjà-vu di Ranieri
Il rigore inesistente concesso da Taylor agli andalusi e poi revocato dal Var, quello non accordato alla Roma per il fallo di mano in area di Fernando, che avrebbe potuto cambiare l’andamento della partita, e la mancata espulsione per doppio giallo a Lamela. In generale si trattò di un arbitraggio non in linea con lo standard che ci si attenderebbe per una finale europea. Dinamiche che Ranieri ha rivisto a Oporto e che l’hanno spinto a rendersi protagonista del clamoroso sfogo.
Certo, il ricordo di quella notte continuerà ad assillare per lungo tempo l’universo giallorosso, al di là del fatto che la Coppa sia sfuggita solo dopo i calci di rigore. Chissà se quest’anno Dybala e compagni sapranno meritarsi l’opportunità di prendersi una rivincita, fatto sta che il fair play di Ranieri è cosa nota anche a livello internazionale. Arrivare a pronunciare dichiarazioni di questo tenore, al termine di una “normale” sfida di playoff, significa che il rendimento della classe arbitrale a 360° merita davvero un approfondimento. Più nella sostanza che rispetto ai singoli episodi.