“Non possiamo negarlo”: CONFESSIONE CHOC e scatta il PROVVEDIMENTO: cambierà tutto il protocollo adesso
![Var - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net](http://www.ilgiornaledellosport.net/wp-content/uploads/2025/02/Var-Foto-Lapresse-Ilgiornaledellosport.net_.jpg)
Sono settimane infuocate per la classe arbitrale, in Italia e non solo: arriva l’ammissione che può precedere una svolta epocale.
Quelli che “l’errore arbitrale è il sale del calcio, va saputo accettare” e che “le domeniche sere passate a dividersi alla moviola restano indimenticabili”. O ancora, sul fronte opposto, quelli che “se il Var l’avessero inventato prima la storia del calcio e i suoi albi d’oro sarebbero stati diversi”.
Sono le opinioni antitetiche che accomunano addetti ai lavori e tifosi circa la più grande rivoluzione vissuta dal mondo del calcio negli ultimi 50 anni, l’introduzione della tecnologia a supporto degli arbitri, che avrebbe dovuto porre fine a decenni di accuse e veleni. Non è andata così. Del resto, fuorigioco a parte, le decisioni in sala Var sono prese da esseri umani, soggetti a margini di errori più o meno ampi proprio come sempre accaduto con gli arbitri centrali.
In realtà alla base delle furiose polemiche che si stanno abbattendo sul calcio italiano e non solo nelle ultime settimane non c’è neppure la fallibilità dell’uomo o i margini di interpretazione di un contatto, bensì una parola che si sta rivelando tutt’altro che magica e che sta comparendo con una frequenza sempre maggiore ogni giorno all’interno del dibattito calcistico.
Stiamo parlando dell’ormai più che famoso famigerato “protocollo”, che altro non è che l’insieme delle regole che determinano l’applicabilità del Var. Come dire: in sala video l’arbitro di supporto può anche accorgersi che in campo è stato commesso un errore, ma le regole attuali gli impediscono di soccorrere il collega.
Cortociruito Var: si lamentano tutti più di prima
Un paradosso, figlio magari del fatto che chi il protocollo l’ha compilato non è mai stato in campo, non riuscendo quindi a inserire nel prontuario quel buonsenso e in qualche caso anche quella visione prospettica che esistono solo all’interno del rettangolo di gioco. Peccato che così facendo si alimentino polemiche in qualche caso anche superiori rispetto a quelle dell’era “pre-tecnologia”.
Del resto l’espulsione di Tomori in Empoli-Milan, per un fallo commesso su un giocatore partito da un fuorigioco non punibile dal protocollo, o il gol di Inter-Fiorentina, nato da un calcio d’angolo che non doveva essere concesso, rientrano proprio in questa casistica. Accettare errori causati dai limiti del protocollo non può essere la strada giusta, ma con questo stato di cose la colpa non può essere dei direttori di gara.
![Cartellino giallo - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net](http://www.ilgiornaledellosport.net/wp-content/uploads/2025/02/Cartellino-giallo-Foto-Lapresse-Ilgiornaledellosport.net_-1.jpg)
“La colpa non è degli arbitri”: polemiche infinite, ecco come e dove intervenire
A ribadirlo con forza è stato il presidente dell’Aia Antonio Zappi, che ha tenuto a spezzare una lancia a favore dei propri tesserati: “Non siamo soddisfatti di quanto sta accadendo, ma chiedo uno sforzo nel capire la differenza tra un errore arbitrale che può avvenire e l’applicazione di un protocollo. Un arbitro non può che applicare il protocollo che ha stabilito l’IFAB”. La soluzione non può quindi che prevedere la modifica del protocollo stesso, alla quale la stessa International Board starebbe lavorando in vista della prossima stagione.
“Se e quando l’IFAB stabilirà di modificare il protocollo noi ci adegueremo ben volentieri” ha concluso Zappi, nella speranza che questo chiarimento possa aiutare a svelenire il clima che si respira all’interno del calcio italiano a causa degli ultimi episodi controversi e in qualche caso beffardi, ma soprattutto che permetta di comprendere come la pensino davvero gli addetti ai lavori secondo i quali “Il Var ha rovinato il calcio”. E che invece, forse, si riferiscono solo al suo utilizzo…