UFFICIALE, lo hanno cacciato | “Il mister è stato esonerato”: è finita per sempre
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Vivere sempre sul filo della precarietà, anche quando i risultati arrivano: allenatori senza pace in Italia, lo cacciano da 6° in classifica!
Gennaio, tempo di mercato, relativi bilanci, ma anche di… esoneri. Non c’è davvero mai pace per gli allenatori, che ad ogni latitudine, concetto inteso dal punto di vista geografico, ma anche… di categoria, sembrano non poter mai godere della tranquillità necessaria per svolgere un lavoro le cui mansioni sono sempre più estese.
Oggi infatti le task di un mister non si limitano più all’aspetto tecnico-tattico. Almeno per quanto riguarda i livelli più alti gli inquilini delle panchine sono infatti sempre più coinvolti nella vita della propria società, partecipando in prima persona al mercato senza limitarsi a indicare i ruoli da rinforzare, ma arrivando in più di un’occasione a fornire anche nomi dei giocatori più graditi.
Il tutto senza trascurare l’aspetto mediatico, tra conferenze stampa e gestione con il mondo esterno dei momenti più difficili come di quelli più critici. E come dimenticare il lato motivazionale-psicologico, fondamentale per la gestione del gruppo tanto quanto il turnover, dal momento che non giocare per un paio di partite o subire un paio di sostituzioni di fila può influire sul morale delle “vittime”.
Nonostante tutte queste attenuanti e questi compiti richiesti gli esoneri continuano a fioccare. In Serie A la tendenza è in verità consolidata da qualche anno all’insegna di una discreta allergia da parte dei presidenti a cambiare guida tecnica. Sarà per i costi imposti dagli staff sempre più numerosi dei professionisti della panchina o perché le classifiche corte danno margini di recupero, ma nel massimo campionato si viaggia nell’ordine dei quattro-cinque cambi di allenatore l’anno.
L’esonero va sempre di moda: la dura vita dell’allenatore (in Italia)
Numeri purtroppo ben diversi sono quelli che riguardano i campionati minori. In Serie B e C, infatti, le cronache di ribaltoni in panchina sono all’ordine del giorno e non mancano le società che ricorrono anche più volte nell’arco della stagione a quella che dovrebbe essere l’ultima spiaggia per salvare un’annata partita male e che non sembra volersi raddrizzare.
Si pensi a Brescia e Sampdoria, che hanno già effettuato due esoneri, con i blucerchiati ad avvicendare addirittura tre allenatori nel corso della stagione. Musica molto simile in terza serie, dove per ciascuno dei tre gironi il numero di esoneri non è mediamente inferiore alla mezza dozzina. Ce n’è per tutti i gusti, dalle squadre che devono salvarsi a quelle che puntano a un campionato tranquillo, fino a chi aveva messo nel mirino la Serie B, ma è lontano dal traguardo.
![L'ex allenatore dell'Arezzo Emanuele Troise - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net](http://www.ilgiornaledellosport.net/wp-content/uploads/2025/02/Emanuele-Troise-Fonte-X-Ilgiornaledellosport.net_.jpg)
Il presidente è una furia e il conto lo paga il mister: “Tutti in ritiro”
A quest’ultima “categoria” appartiene l’Arezzo, che nella giornata di lunedì 3 febbraio ha ufficializzato l’esonero di Emanuele Troise. All’ex difensore di Napoli e Bologna è stato fatale un seppur leggero calo di rendimento nelle ultime giornate e in particolare il pareggio contro il Gubbio nonostante 40 minuti di superiorità numerica. La contestazione dei tifosi ha convinto il presidente Manzo, furibondo, a cacciare Troise e spedire la squadra in ritiro a tempo indeterminato.
Un provvedimento giustificato solo in parte dalla posizione di classifica, che vede l’Arezzo in piena zona playoff, obiettivo di inizio stagione. Al posto di Troise è stato scelto Cristian Bucchi, che torna ad allenare dopo due anni di inattività seguiti all’esonero di Ascoli nel febbraio 2023 e atteso da una missione non semplice. Riconquistare la piazza e fare meglio in termini di risultati rispetto al predecessore, in un girone in cui Entella e Ternana sembrano fare una corsa a parte.