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NON siamo tutti Kvara: c’è chi dice no | 7 milioni di volte no: clamoroso rifiuto, niente Arabia, preferisco di gran lunga Napoli

Khvicha Kvaratskhelia posa con la maglia del PSG - Instagram psg e kvara7 - Ilgiornaledellosport.net
Khvicha Kvaratskhelia posa con la maglia del PSG – Instagram psg e kvara7 – Ilgiornaledellosport.net

Archiviato l’addio dell’esterno georgiano i tifosi azzurri si aggrappano alle bandiere: la scelta controcorrente di chi ha l’azzurro nel cuore.

Khivcha Kvaratskhelia è da qualche giorno il passato di Napoli e del Napoli. I tifosi azzurri hanno accolto quasi con rassegnazione il mal di pancia irrisolvibile dell’attaccante georgiano, che ha chiesto ed ottenuto a metà stagione quella cessione già invocata in estate.

Del resto se il popolo partenopeo aveva già dovuto accettare il divorzio, ancora da consumare ufficialmente a livello di cartellino, ma sostanzialmente già tale da tempo, con Victor Osimhen, c’è modo per rassegnarsi anche all’addio del numero 77, che al netto delle magie prodotte in campo soprattutto nell’anno dello scudetto non era mai davvero entrato nel tessuto cittadino.

Questione anche di carattere, lo stesso che ha invece permesso ad Antonio Conte di entrare immediatamente in sintonia con tifosi e città. Dalla conferenza di presentazione con quel “Amma faticà”, introduzione nello slang locale che non sarebbe stata solo un tentativo di captatio benevolentiae, fino ai primi risultati del campo, il feeling è scattato di fatto dal primo giorno.

Così il partito di coloro che rinfacciavano al tecnico salentino il passato vincente nella grande rivale Juventus e nell’Inter ha iniziato a ridursi da subito fino a scomparire. Quanto al gruppo, la scintilla, come è quasi sempre accaduto nella carriera da allenatore di Conte, è stata immediata. La fatica negli allenamenti è stata ripagata dalle vittorie e dalla capacità del mister di coinvolgere tutti nel progetto. Fino a spingerli a compiere scelte controcorrente.

Il top player dice no all’Arabia: tifosi del Napoli pazzi di gioia

Matteo Politano ha infatti rifiutato 12 mesi fa una ricchissima offerta proveniente dall’Arabia Saudita. A rivelarlo è stato il suo agente Mario Giuffredi che, intervenuto a ‘Televomero’, si è anche prodotto in una frecciata diretta a Kvaratskhelia: “C’è chi nella vita fa la scelta di andare via come successo a Kvara, e chi fa come Politano l’anno scorso a gennaio. Io e De Laurentiis andammo a trattare con gli sceicchi dell’Al-Shabab che volevano Politano e che gli avrebbero dato 7 milioni all’anno. La squadra andava male, ma il giocatore ha preferito rimanere al Napoli guadagnando la metà”.

“Esistono ancora calciatori che hanno amore e passione e oggi i risultati lo stanno premiando” ha concluso Giuffredi. E se Politano ha preferito restare in un Napoli precipitato in una crisi che sembrava irrisolvibile pochi mesi dopo lo scudetto è facile pensare che la scelta verrebbe ripetuta oggi, con gli azzurri in piena corsa per un nuovo tricolore e capaci di riscatenare l’entusiasmo di un’intera città.

Matteo Politano - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Matteo Politano – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Politano, Di Lorenzo & c: i leaders del Napoli a caccia di un altro scudetto

Così Kvaratskhelia è stata solo la classica eccezione.  Gli altri big della rosa del Napoli sarebbero pronti a “andare in guerra” per Conte, come da celebre dichiarazione dell’ex Juve e Inter Arturo Vidal, fedelissimo dell’ex ct della nazionale. Una fedeltà ben visibile sul campo, dove anche i giocatori più forti sono dediti al sacrificio. Sempre una corsa in più e mai una in meno.

Politano è uno dei leaders dello spogliatoio insieme a capitan Giovanni Di Lorenzo, uno che a giugno si era chiamato fuori dal progetto, salvo venir convinto da Conte, e diventare uno dei migliori giocatori del Napoli per rendimento nel girone d’andata. Lo stesso discorso vale per Politano, che non fa mai mancare il proprio contributo in fase difensiva, senza perdere qualità in attacco. Partecipazione totale, sognando il ritorno in nazionale, ma soprattutto un secondo scudetto a Napoli. Impresa riuscita a pochi eletti.