Sbattuto fuori dalla Nazionale perché ero pronto a denunciare: CHOC Under 21, soldi illeciti e (presunte) mazzette, trema il PALAZZO
Era la riserva aurea del calcio italiano, ma oggi non vince più. Parla uno dei miti dell’Under 21 azzurra: e le sue parole fanno rumore.
C’era una volta la miniera d’oro del calcio italiano. Un vero e proprio covo di talenti, dal quale attingere a piene mani per costruire nazionali in grado di presentarsi a Europei e Mondiali con l’ambizione di vincere o di provare fino alla fine a farlo.
Stiamo parlando dell’Under 21 azzurra, che dalla metà degli anni ’80 e fino all’inizio del nuovo Millennio è stata in grado di dettare legge a livello europeo, conquistando cinque titoli continentali e di fermarsi per due volte in semifinale e una in finale.
In mezzo è mancata la gloria olimpica, dal momento che negli stessi anni non si è andati oltre la medaglia di bronzo conquistata ad Atene nel 2004. Prima e dopo solo delusioni, anche clamorose, come la disfatta a Seoul 1988. Tutti i giocatori più forti sfornati dal calcio italiano dagli anni ’90 in avanti sono stati forgiati dai ct dell’Under 21 che si sono susseguiti in panchina.
Da Cesare Maldini a Marco Tardelli, fino a Claudio Gentile, sono tanti i ragazzi andati poi a innervare la nazionale maggiore che devono ringraziare ancora oggi i mentori di cui sopra. Perché se fare l’allenatore e il ct sono mestieri differenti, essere selezionatori dell’Under 21 richiede ulteriori specificità, di cui erano in possesso i mister succitati.
Dall’Under delle meraviglie alla disoccupazione: la leggenda del calcio italiano va all’attacco
Lavorare con i giovani è quasi una vocazione, ma è normale che prima o poi emerga l’ambizione di arrivare al piano di sopra. Che si tratti di nazionale A o di squadre di club, quasi tutti i ct dell’Under 21 hanno avuto una chance per mettersi in gioco. Quasi, per l’appunto, e l’eccezione è rappresentata proprio da una leggenda vivente del calcio italiano, che ancora oggi non sa darsi spiegazioni per l’ostracismo di cui è stato vittima negli anni.
In un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’ nel 2023 Claudio Gentile non ha avuto paura di attaccare i piani alti del calcio italiano, svelando alcune promesse non mantenute che avrebbero condizionato la sua carriera da allenatore, di fatto mai decollata dopo la fine dell’avventura in Under 21, nel 2006. Concetti già espressi 10 anni prima, quando il primo grido d’allarme cadde nel vuoto.
“Ero antipatico a qualcuno”: lo sfogo-denuncia dell’ex ct diventa un caso
“Avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata” le parole di Gentile, che fa poi nomi e cognomi di chi gli preannunciò un progetto mai decollato: “Spiegai a Demetrio Albertini che avevo ricevuto un’offerta di un club importante: ‘Abbiamo progetti importanti per te”, mi disse, convincendomi a rifiutare”.
“La verità è che sono stato fin troppo corretto” ha aggiunto Gentile che, campione d’Europa da ct con l’Under nel 2002 con l’Italia di Pirlo, Cannavaro e Iaquinta, non si dà pace: “Ero antipatico? Me lo dicano, almeno, dopo quasi vent’anni saprò finalmente qualcosa in più. Tanti amici ed ex compagni hanno avuto altre occasioni. Io no, pur avendo vinto più di tutti sulla panchina azzurra”.