Arriva la FIRMA DEL SECOLO: contratto da 200 milioni di euro, è tutto fatto, ora nessuno è più ricco di lui
Il calciomercato sa regalare colpi di scena anche a gennaio: arriva l’autografo più atteso, ingaggio da paura e futuro già deciso.
L’ultima moda del calcio mondiale? Quella che vede allenatori, e in qualche caso anche giocatori, svolgere un impegnativo doppio ruolo. No, non ci stiamo riferendo alla figura del player-manager, l’allenatore giocatore che in realtà non ha mai davvero attecchito a nessuna latitudine.
Da Ruud Gullit al compianto Gianluca Vialli a fine anni ’90 il Chelsea lanciò una tendenza che non è tuttavia mai diventata… topic, sebbene proprio Vialli nell’allora inedita mansione fosse riuscito a portare i Blues all’accoppiata FA Cup-Coppa delle Coppe nel 1998. Allenare è già un mestiere difficile di per sé, figurarsi farlo dovendo preoccuparsi anche di giocare…
Guidare una squadra dalla panchina non vuol dire solo dirigerla durante i 90 minuti, bensì organizzare il plan settimanale di allenamenti, occuparsi della preparazione atletica e, nei tempi più recenti, avere anche adeguate doti da psicologo dal momento che, in particolare nei grandi club, è più difficile allenare chi non gioca che i titolarissimi.
La moda di cui sopra è un’altra e il doppio ruolo in questione è quello dell’allenatore o giocatore azionista del club in questione. Se si tratta del mister l’affare sarebbe doppio, dal momento che possedere anche una piccola quota di azioni potrebbe equivalere alla certezza di non venire mai esonerati, o quasi, a meno di avere un presidente particolarmente decisionista.
Leggenda infinita: altro che ritiro, il più forte di tutti rinnova e va a caccia di altre sfide
Non è questo il caso del Como, dove Cesc Fabregas è anche piccolo azionista del club. I risultati dei lariani non sono stati esaltanti nella prima parte di stagione, il gioco c’è, ma la classifica piange. Eppure l’ex giocatore di Arsenal e Barcellona, non solo per il proprio passato illustre da calciatore e per la promozione in A conseguita, è intoccabile.
E se il concetto vale per un allenatore di talento, ma promettente, figurarsi per il più forte calciatore del momento. Così, se l’ormai certo ed imminente rinnovo di Cristiano Ronaldo con l’Al-Nassr non è una notizia, a dispetto delle voci subito smentite circa la possibile fuga del portoghese direzione Stati Uniti, più sorprendenti, ma solo in parte, sono i retroscena che emergono riguardo a quello che potrebbe essere un prolungamento storico.
Ronaldo stregato dall’Arabia: contratto-shock, i nuovi traguardi che si è prefissato Cristiano
In primo luogo perché, salvo sorprese, dovrebbe trattarsi dell’ultimo contratto dell’infinita carriera di Ronaldo, pronto a festeggiare sul campo anche il 41° compleanno e ad allungare la propria parabola calcistica (almeno) fino al giugno 2026. Cristiano si appresta però a fare un ulteriore passo in avanti, dal momento che in base a quanto trapela nel rinnovo sarà inserita una clausola che prevede l’acquisto di una percentuale, nell’ordine del 5%, delle quote dell’Al-Nassr, del quale Ronaldo diventerà quindi a tutti gli effetti socio di minoranza.
Una svolta che non sorprende considerando che l’ex juventino è da sempre una vera e propria industria umana oltre che un fuoriclasse. Così l’ingaggio da 200 milioni di euro che si appresta ad incassare nei prossimi 18 mesi, cifra comprensiva di stipendio, diritti d’immagine e quota brand, andrà ad aumentare un patrimonio personale stimato in circa 500 milioni di dollari, destinato ad aumentare grazie al ruolo di ambasciatore dei Mondiali 2034, che si svolgeranno proprio in Arabia Saudita. Il tutto senza dimenticare l’obiettivo di partecipare a quelli del 2026 e di superare i 1000 gol in carriera. Troppi obiettivi per non rinnovare…