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I calciatori non sanno amministrare il denaro? Macché, chiedetelo lui: altro che sprechi, spacca il centesimo

Hendrik Weydandt ai tempi dell'Hannover - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Hendrik Weydandt ai tempi dell’Hannover – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Dire addio al calcio giocato è sempre una scelta sofferta, ma le eccezioni non mancano: la storia dell’ex Bundesliga è una lezione per molti.

Essere nati in Germania e ritrovarsi magari fin da piccoli un numero 9 sulla schiena significa andare incontro ad una vita “segnata”, almeno dal punto di vista del soprannome. Quella parolina “panzer” precederà per sempre qualunque notizia associata al… malcapitato.

Scherzi a parte, se l’Italia calcistica è stata storicamente terra di portieri e difensori, la prestanza fisica dei tedeschi e alcuni precedenti illustri, da Horst Hrubesch in giù, hanno fatto sì che nell’immaginario collettivo l’immagine del calciatore teutonico fosse associata a quella del centravanti di stazza.

Ironia della sorte, il più forte di tutti tra i 9 tedeschi della storia, il compianto Gerd Müller, non è stato certo un colosso dal punto di vista atletico, eppure si è trattato della classica eccezione, confermata anche dalla tendenza degli ultimi anni.

Da Oliver Bierhoff giù fino a Niclas Füllkrug, la torre germanica da piazzare al centro dell’area avversaria è un classicone che non tramonta mai. Chissà se a questo illustre elenco si sarebbe potuto aggiungere anche Hendrik Weydandt. All’ex attaccante dell’Hannover 96 il fisico per entrare in lizza non mancava di certo, dall’alto dei suoi 195 centimetri, così come un discreto fiuto del gol.

Il grande calcio l’ha respinto, ma Weydandt se n’è fatto una ragione

Certo, giocare nel Milan e in Champions League, decidere la finale di un campionato europeo (Bierhoff) o segnare in un Mondiale (Füllkrug) non sono cose per tutti. La selezione naturale magari l’avrebbe stroncato, sebbene nell’unica stagione della carriera disputata in Bundesliga Hendrik Weydandt, debuttante nel massimo campionato a 23 anni, abbia comunque segnato 6 gol in 28 presenze. Già, ma perché l’unica?

Dalla fine di giugno del 2023, una volta scaduto il contratto con l’Hannover, Weydandt è un ex calciatore. Alla base della decisione di appendere le scarpe al chiodo poco prima di compiere 28 anni non c’è stato alcun grave infortunio, dal momento che la sua breve carriera è stata quasi immacolata da questo punto di vista. Una fortuna per tanti che il sacro fuoco del calcio hanno visto spegnerlo proprio da una carriera piena di gravi problemi fisici.

Il video nel quale Weydandt ha annunciato l'addio al calcio - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Il video nel quale Weydandt ha annunciato l’addio al calcio – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Oggi i suoi numeri non riguardano i più i gol: la nuova vita dell’ex bomber di Germania

No, Weydandt ha semplicemente detto basta per scelta, magari dopo aver constatato di non riuscire a stare ad alti livelli e non accontentandosi di vivacchiare in seconda divisione. Certo, dire addio ai guadagni del calcio è più facile se la pista d’atterraggio era già pronta, come nel caso di Hendrik, che ha immediatamente iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia.

Appesi in soggiorno laurea e master, oggi l’ex… panzer lavora come revisore fiscale nell’ufficio del padre. I ricordi della carriera da quasi 250 presenze e 70 gol tra dilettanti e professionismo sono racchiusi nel cuore di Hendrik, ma non parlategli di nostalgia, perché la scelta è stata ben ponderata e perché le sue giornate sono fin troppo piene di conti da fare e di carte da visionare. Al massimo, se qualche cliente lo riconoscerà potrebbe scattare un inevitabile sorriso, chissà quanto compiaciuto…