Ritirato dal calcio? Certo che no: ma ora faccio il PASTORE | Il suo ‘gregge’ è più che nutrito
Da anni il suo nome figura tra i giocatori di un top club di Serie A: in campo non ci va mai, ma la sua vita non potrebbe essere più felice.
Quanto dura la carriera di un calciatore? Domanda senza risposta, ancor di più al giorno d’oggi. Abbattere in campo la barriera dei 40 anni non è più utopia, ma soprattutto è sempre più frequente. Un tempo giocatori come Dino Zoff o Pietro Vierchowod sembravano destinati a restare imbattuti per longevità.
Niente di tutto questo, perché ad ogni latitudine, non solo in Italia, l’inizio della “vita vera”, quella lontano dai campi d’allenamento e dal rituale della partita nel weekend, viene posticipato sempre più in là. Sindrome da eterni Peter Pan o dietro c’è qualcosa d’altro?
In teoria il calcio di oggi, assai più logorante dal punto di vista fisico a causa dei ritmi ben più sostenuti anche rispetto a una decina di anni fa e dell’aumento esponenziale del numero delle partite, ma anche da quello psicologico, avrebbe dovuto ad accorciare la durata media di una carriera.
Si gioca di più e si corre di più, naturale farlo per il numero inferiore di anni. Al contrario, sembra che la parabola di un calciatore sul campo aumenti in proporzione con… l’aumento dell’età media dell’uomo contemporaneo. Meglio, perché le cose da fare oltre che correre dietro ad un pallone sono sempre tante.
È tesserato per un club di Serie A, ma nessuno lo vede mai giocare: il mistero è stato svelato
Un concetto, questo, sposato in pieno da un giocatore che, proprio malgrado, di tempo libero ne ha avuto parecchio negli ultimi anni a causa dello scarsissimo utilizzo avuto nella propria squadra di club. Una tendenza che certo non può piacere a chi ha il calcio nel sangue, ma che è stata sfruttata per affiancare a quella del centrocampista un’altra, particolarissima attività.
André Anderson non appeso le scarpe al chiodo. A 25 anni davanti ci sono ancora tante, potenziali stagioni da protagonista. Il centrocampista offensivo prodotto del vivaio del Santos e approdato alla Lazio a 19 anni è però un vero e proprio desaparecido del calcio italiano, avendo messo insieme appena una sessantina di minuti in campionato nelle ultime quattro stagioni.
Il calcio non è tutto: il centrocampista e la sua insospettabile “carriera” parallela
‘O Artilheiro’, ‘l’artigliere’, soprannome ricevuto in patria in virtù del vizio del gol da trequartista, si è però fatto rapidamente una ragione della situazione venutasi a creare, figlia anche del rapporto molto stretto esistente fino a qualche anno fa tra Lazio e Salernitana. Titolare o quasi nei prestiti in granata, trasparente in biancoceleste. Pazienza, nella vita c’è anche altro e André l’ha dimostrato affiancando per un periodo alla carriera da calciatore un’altra “insospettabile”.
Come riportato da Globoesporte, nel 2023 la principale attività di Anderson è stata quella di pastore evangelico in una piccola chiesa in Brasile, alla quale hanno accesso circa 100 persone. La svolta risale a quando, dopo l’ennesimo infortunio subito, il San Paolo, dove era arrivato in prestito dalla Lazio, lo aveva messo ai margini. Parlando di Bibbia e tornando a casa comunque tardi la sera le giornate di Anderson sono molto piene, come se si allenasse regolarmente, ma di sicuro ancora più appaganti. Il ritorno in Italia ha chiuso questa parentesi, ma il contratto in scadenza con la Lazio nel 2025, che non sarà rinnovato, fa pensare che quel capitolo possa riaprirsi. Forse questa volta non a tempo determinato.