Da campione d’Europa, ai fornelli: Ve lo ricordate al Milan o a Parma? L’ex Man Utd ha vinto MasterChef Vip: e le sue pizze sono al TOP
Si può vincere tutto da calciatori, ma la vita vera inizia dopo: ha trionfato in Champions, ma oggi l’ex rossonero non ha rivali in cucina.
Ci sono giornate che entrano nella memoria e non se ne vanno più. Delle quali ci si ricorda tutti, ma proprio tutti i dettagli che hanno preceduto il grande evento. Perché c’è ovviamente sempre un “grande evento” dietro ogni giorno indimenticabile. Una serata galante, un colloquio di lavoro o semplicemente (ma non troppo…) una partita di calcio, se si è tifosi o semplicemente appassionati.
La notte di una finale di Champions League è una di queste, ma non tutte le finali sono uguali. Quella giocata a Barcellona nel 1999 tra Manchester United e Bayern Monaco è destinata a restare per sempre una delle più iconiche, grazie all’incredibile rimonta dei Red Devils nei minuti di recupero, da 0-1 a 2-1.
Fu quella del primo trionfo in Champions di Sir Alex Ferguson e il primo dello United a 31 anni dal precedente e chi l’ha vista anche solo dalla tv ricorderà appunto tutto di quella serata. Comprese le sostituzioni effettuate dagli allenatori. O no? Ok, quella di Lothar Matthaus, che uscì infuriato a 10 minuti dalla fine, prima del ribaltone. Ma le altre? E le formazioni di partenza?
Nel 4-4-2 del Manchester United a centrocampo a sinistra c’era un’ex meteora della Serie A, che in Inghilterra seppe dare una svolta alla propria carriera. Il fatto che la sua finale sia finita a metà secondo tempo per fare spazio a Teddy Sheringham, autore del pareggio al 90’, è un dettaglio. Per entrare nella storia basta partecipare e dare un contributo anche minimo.
Meteora in Serie A, campione di tutto altrove: ma il suo destino era con un cappello in testa
Quello che Jesper Blomqvist diede a quella mitica stagione dello United, coronata dal Triplete. Fu quella la stagione di massimo splendore per l’esterno svedese, incompreso nel biennio precedente con Milan e Parma, ma spesso e volentieri titolare con Ferguson, seppur abbonato alle sostituzioni. Negli anni successivi, complice anche qualche infortunio, la sua parabola calcistica, quella che gli aveva permesso anche di essere nel gruppo della Svezia terza al Mondiale ’94, declinò rapidamente.
Il ritiro fu ufficializzato a 36 anni dopo un breve periodo da allenatore-giocatore, evidentemente abbastanza lungo per far capire a Jesper che il post-carriera non sarebbe stato su una panchina, bensì con un grembiule addosso e un cappello in testa. Quello da cuoco, carriera nella quale Blomqvist è andato ben oltre la soddisfazione di vincere l’edizione svedese di MasterChef Vip.
Cuoco provetto con l’Italia nel cuore, l’ex campione ammette: “È iniziato tutto lì”
Altro che personaggi famosi con il pallino della cucina, in poco tempo Blomqvist seppe dimostrare di avere un talento innato per i piatti gourmet e in particolare per la pizza. Passione appresa durante il breve soggiorno in Italia, se è vero che il nome, “450 gradi”, del locale aperto sull’isola di Lidingo, vicino Stoccolma, si deve “alla temperatura perfetta per la vera pizza napoletana” ha rivelato Jesper in una recente intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, nella quale ha confessato altri retaggi… culinari della propria esperienza italiana.
“Prima di rilevare il locale ho studiato il mondo della gastronomia per più di un anno – ha rivelato l’ex rossonero – Ho impiegato dieci anni per trovare la mia strada, ma ora sono felice”. L’Italia è nel cuore: “Ho vinto MasterChef preparando le lasagne al forno fatte a mano, ma è a Parma che ho imparato ad amare la cucina: lo gnocco fritto, gli anolini, il parmigiano, il prosciutto…”. E Jesper l’arte l’ha imparata davvero, se “450 gradi” è diventata presto un punto di riferimento in Svezia e non solo, fino a venire incluso nell’elenco dei “50 top pizza” in Europa (foto). Chi l’avrebbe detto, quella notte di maggio ’99 a Barcellona…