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Dallo scudetto giallorosso ai vini: l’ex terzino di Capello organizza eventi in perfetto stile ‘grandeur’

Vincent Candela con la maglia della Roma scudettata - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Vincent Candela con la maglia della Roma scudettata – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

È stato ed è ancora un idolo dei tifosi giallorossi, ma le sgroppate sulla destra oggi sono solo un ricordo: dai vini ai film, Vincent fa di tutto.

Ci sono formazioni che possono essere recitate a memoria. Magari anche solo parte di esse, ma ricordarle a mente o esprimerle a parole può procurare ai tifosi emozioni non molto diverse rispetto a quelle provate in campo grazie alle giocate di quegli stessi eroi.

Questo privilegio in realtà appartiene soprattutto ai tifosi di qualche generazione fa, perché oggi tra rose elefantiache e la moda del turnover in più di qualche caso è difficile stabilire con certezza chi siano i titolari e le riserve, anche nei top club.

Certo, le eccezioni non mancano, ma in ogni caso la poesia regalata dalle formazioni di una volta, quella musicalità nel citarle è quasi andata perduta. Quegli indimenticabili “Zoff, Bergomi, Cabrini” o “Galli, Tassotti, Maldini”, per intendersi. Ogni tifoseria ha le proprie, in particolare quelle di squadre che hanno la sfortuna di non avere il palmares dei top club.

I tifosi della Roma ricordano allora a memoria le formazioni degli scudetti e delle stagioni più memorabili, ma poche accoppiate di giocatori si avvicinano al duo “Cafu Candela”, i dominatori delle fasce nella stagione dello scudetto 2000. Brasiliano uno, francese l’altro, rivali anche nella finale del Mondiale ’98, già da giocatori giallorossi, ma poi divisi da post-carriera molto differenti.

Dalle corse sulla fascia ai ristoranti, il terzino campione d’Italia e del mondo ha cambiato vita

Il due volte campione del mondo, approdato poi al Milan, ha dovuto affrontare una quotidianità di dolori e difficoltà economiche. Candela invece, mai davvero tentato di restare nel calcio come allenatore o dirigente, si gode oggi la campagna romana in cui ha scelto di vivere insieme alla moglie dedicandosi ad attività appaganti, ma anche remunerative.

Già dal 2011, quattro anni dopo l’addio al calcio, Candela ha infatti trovato una felice occupazione affiancando la moglie nell’organizzazione di eventi, oltre che nella gestione di una catena di ristoranti, distribuiti in tutta la zona, a partire dai Castelli Romani. Tutto all’insegna del sorriso, della disponibilità nel firmare autografi e raccontare aneddoti di una carriera che lo legherà per sempre alla maglia giallorossa, indossata per 210 volte in otto stagioni, tra le più belle di sempre nella storia del club.

Candela oggi in versione giocatore di padel - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Candela oggi in versione giocatore di padel – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

La passione per i vini e quella per il cinema: calcio addio, ma Candela non si annoia mai

Ma non finisce qui, perché in proprio Candela si è dato ad altre due delle proprie storiche passioni, la viticoltura, diventando un apprezzato produttore di vini, e il cinema, senza dimenticare il padel, nel quale si diletta spesso. Lo abbiamo infatti visto in due film, quello del 2020 sulla vita di Francesco Totti, in cui interpreta sé stesso, e, due anni prima, in “La profezia dell’Armadillo”, pellicola italo-danese del 2018 ambientata a Roma, con un cast di tutto rispetto, nel quale ha trovato spazio anche Adriano Panatta, ovviamente nel ruolo di sé stesso.

Insomma, Candela è uno dei non troppo rari esempi di ex calciatori di successo che sta avendo la fortuna di godersi un post-carriera all’insegna di svago, divertimenti e passioni trasformate in professioni. Compresa quella per il calcio, dal momento che tra una voce e l’altra sul possibile ritorno alla Roma Vincent dal 2020 collabora con un’agenzia di scouting.