Gioca semplice, o gioca altrove: Ranieri vuole solo gente ‘da Roma’ | Non lo lega ai cancelli di Trigoria: se vuole, vada pure
La cura della ‘semplicità’ promossa dal tecnico testaccino non prevede eccezioni: nessuno è incedibile, il messaggio arriva a chi di dovere.
Semplicità al potere e bacchetta ai leaders. Attraverso queste semplici ricette Claudio Ranieri è riuscito a ridare serenità alla Roma in uno dei momenti più difficili della storia recente del club giallorosso e nel pieno di una stagione che sarebbe potuta essere drammatica.
I risultati non stanno ancora dando appieno ragione al tecnico testaccino che, media-punti alla mano, non è il migliore tra gli allenatori subentrati in corsa in Serie A, ma nella valutazione generale bisogna considerare anche il calendario che gli è toccato.
Iniziare affrontando il Napoli capolista e l’Atalanta all’apice della forma non è stata certo una fortuna, eppure proprio contro la Dea, passata all’Olimpico solo grazie ad un’autorete, si era visto che la strada imboccata era quella giusta. Già, ma quale?
Ranieri ha azzerato la gestione Juric sotto ogni punto di vista. Tatticamente ha cancellato i duelli a tutto campo cari al tecnico croato, ma poco adatti per la rosa giallorossa attuale, cercando di dare solidità alla fase difensiva e di puntare sulle qualità dei singoli, in ogni reparto.
Ranieri, i risultati non bastano: spunta la missione più difficile
Fondamentale è stato anche dare fiducia agli elementi più esperti, dai campioni del mondo Hummels e Paredes fino a capitan Pellegrini, per il cui recupero è servita qualche settimana e qualche panchina in più, ma che sta tornando ad essere un fattore anche sul piano della leadership. In campo, però, vanno solo in 11, almeno in avvio, quindi qualche scelta dolorosa è stata inevitabile.
Ecco così che tra i giocatori meno coinvolti dei primi due mesi abbondanti di gestione Ranieri ci sono stati due dei colpi dell’ultimo mercato. Se Enzo Le Fee ha già salutato, direzione Sunderland, portando via con sé i dubbi di un’operazione fortemente voluta dal ds Florent Ghisolfi, Matias Soulé non è ancora riuscito a convincere Ranieri a dargli una chance.
Sir Claudio e quel messaggio al top player che sa di ultimatum
La trequarti della Roma è al momento il terreno di Dybala e dello stesso Pellegrini ed a breve è difficile immaginare ribaltoni. Con Ranieri in panchina l’ex juventino ha disputato appena 22 minuti in campionato, frutto di due subentri, trovando più spazio in Coppa Italia e in Europa League. Evidente il motivo della valutazione dell’esperto tecnico giallorosso, che non ne ha fatto mistero.
Ranieri ha infatti parlato della necessità che Soulé “ripulisca” le proprie giocate all’insegna di una maggiore semplicità. Meno barocco e più sostanza, non solo perché questo impone la classifica, ma perché per entrare nei meccanismi di una grande squadra non serve necessariamente il calcio ad effetti speciali. Si torna quindi alla semplicità di cui sopra, fondamentale in ogni situazione, soprattutto le più critiche. Le qualità tecniche di Soulé sono note a tutti, Ranieri compreso, ma per trovare posto c’è bisogno di metterle al servizio del gruppo. Per il momento la partenza dell’argentino a gennaio in prestito non è uno scenario probabile in casa giallorossa, ma mai dire mai. Perché le gerarchie di Sir Claudio sono chiare.