In ‘testa’ ha solo Les Blues: Zidane chiude il cerchio, torna lì dove ha chiuso da calciatore, mettendoci di nuovo la faccia, anzi, la testa
Cinque anni dopo la fine dell’avventura al Real Madrid la leggenda del calcio francese ha scelto di tornare dove l’ha portato il cuore.
Per un allenatore di questi tempi anche un solo anno sabbatico rischia di costare parecchio. Non tanto in termini economici, in particolare se dopo un esonero c’è ancora un contratto in essere con la società dalla quale si è stati sollevati dall’incarico, bensì dal punto di vista professionale.
La concorrenza è infatti sempre più serrata, gli ex giocatori che vogliono provare la via della panchina, all’inizio magari anche solo per mettersi alla prova, per testare la propria “idoneità” a quello che è un mestiere molto diverso da quello di calciatore, sono in aumento anno dopo anno, pertanto “uscire dal giro” può essere molto pericoloso.
Non a caso dallo scorso anno l’Italia si è equiparata ad altre nazioni europee, permettendo ad un allenatore esonerato, ma entro il 20 dicembre, di ricollocarsi in un’altra piazza nella stessa stagione. Tuttavia, c’è anche chi di stare a guardare ne ha fatto una scelta. Max Allegri non sembra scalpitare per tornare in pista dopo l’esonero dalla Juventus, per non parlare di Zinedine Zidane, che a giugno taglierà il traguardo dei cinque anni senza una panchina.
La carriera da tecnico di Zizou finora è stata molto particolare, svoltasi tutta nell’amato Real Madrid. Gli inizi da secondo di Ancelotti, l’esperienza al Castilla e poi le quattro stagioni intere e le due a metà da primo allenatore dei Blancos, con successi in serie ed un record difficilmente battibile per tutti, quello delle tre Champions League consecutive vinte. Poi, il nulla.
L’attesa sta per finire: Zidane ha scelto la panchina dalla quale ripartire
Quasi un modo per dimostrare di essere un predestinato e un vincente nato anche da mister, dopo il percorso leggendario da calciatore. Il richiamo della panchina, però, batte. Forse non fortissimo, magari proprio per quel passato più che illustre sul campo, ma batte. Tutto fa pensare che attendere sia stata una scelta fino a che non si libererà l’altra panchina del cuore. ZZ è oggi il favorito per la successione di Didier Deschamps come ct della Francia.
L’annuncio del tecnico campione del mondo 2018 che la sua avventura alla guida dei Blues si concluderà dopo il Mondiale 2026 ha sorpreso per le tempistiche e per il fatto che in tanti pensavano che a porre fine all’avventura dell’ex centrocampista della Juventus alla Francia sarebbe stata prima o poi la Federazione e non il diretto interessato. “Non vorremmo mai che una cosa bella finisca, ma bisogna sapere dire basta e anche le cose belle finiscono” le parole di Didì.
Zizou e un cerchio che si chiude: la ripartenza avviene laddove si era concluso tutto
Prima dei bilanci c’è da provare a vincere un’altra Nations League e un altro Mondiale, ma il toto-successore impazza. C’è l’ipotesi Bruno Genesio, esperto tecnico con una solida esperienza nei club, quella che conduce a Franck Haise, rampante mister del Nizza e quelle che portano alle glorie del 1998 e del 2000, Zidane e Thierry Henry. L’esperienza e il fascino della storia portano dritti a Zizou, che da cinque anni aspetta quell’occasione, pur senza parlarne per rispetto dell’amico di Deschamps.
Juventus, Real Madrid e Francia sono state le squadre del cuore di Zidane e se a Torino non è ancora il momento di tornare, con i Blues c’è conto aperto. Non come titoli, avendo vinto tutto da giocatore, bensì quello di quell’amaro finale. L’ultima partita della carriera di Zidane è finita in anticipo, con una brutta testata e l’uscita dal campo con in dissolvenza la coppa del mondo che la Francia non avrebbe vinto. Per il riscatto bisognerà aspettare almeno il 2030. Ma ne vale la pena.