Choc per Bobo Vieri: bussa la Guardia di Finanza, scatta la perquisizione, 14 milioni di euro spariti nel nulla
Disavventura extra-campo per uno dei più forti attaccanti della storia del calcio italiano: ecco come sono andate le cose.
Una carriera da bomber giramondo, la scomoda etichetta di ultimo centravanti classico di livello internazionale prodotto dal calcio italiano e un rimpianto grande così che riguarda la nazionale, nella quale è stato protagonista di un percorso non troppo diverso rispetto a quello del suo idolo di sempre, Roberto Baggio.
Questa in estrema sintesi è stata la carriera di Christian Vieri, che in effetti ha avuto tanti punti di contatto con quella del Divin Codino. Quattro le maglie di club in comune, Fiorentina, Juventus e le due milanesi, cui aggiungere quella dell’Italia. Bobo e Roby sono appaiati a quota 9 gol segnati con gli Azzurri ai Mondiali, primato assoluto condiviso con Paolo Rossi.
Se però il compianto Pablito la coppa è riuscita ad alzarla nella magica estate 1982, gli altri due ci sono andati solo vicini. A Baggio hanno detto male i rigori nel ’94 e poi anche nel ’98, nell’unica esperienza iridata condivisa proprio con Vieri. A Christian invece si è opposta la Corea del Sud e poi un infortunio.
Vieri non entrò infatti in lizza solo per un infortunio per le convocazioni per il Mondiale 2006. Sarebbe stato il terzo della carriera, magari avrebbe giocato poco, ma rimpinguare il proprio bottino in Azzurro e toccare quella coppa che avrebbe dato lustro ad una carriera zeppa di gol, ma piuttosto avara di titoli.
Da bomber a imprenditore, Bobo e quell’azzardo riuscito a metà
La storia non si cambia, Vieri ha di recente dichiarato come quella sliding door 2006 rappresenta uno dei rimpianti della propria vita calcistica, comunque piena di avvenimenti e anche di colpi di scena. Quelli che non sono mancati in verità neppure dopo aver appeso le scarpe al chiodo, tra un patentino da allenatore nel cassetto, la carriera da opinionista social e pure un’avventura non troppo fortunata nel mondo dell’imprenditoria.
Era il 2013 quando Vieri, quattro anni dopo l’addio al calcio giocato, si ritrovò sulle prime pagine dei giornali non per una rete di potenza segnata o per un trasferimento milionario. A fianco al suo nome c’era indicata sì una cifra in milioni, che non riguardava però un ingaggio o la stima di un cartellino, bensì lo spettro della bancarotta.
Il fallimento e la chiamata del pm, ma Bobo Vieri ne esce pulito: “Tutto chiarito”
Insieme all’amico Cristian Brocchi, all’epoca ancora in attività, Vieri tentò di raddoppiare aggiungendo alla fortunata linea di abbigliamento casual, Baci & Abbracci, fondata nel 2004, l’ambiziosa ‘Bfc&co’, specializzata nel mondo degli arredi di lusso e messa in piedi anch’essa nel 2004. Peccato che il passo da calciatori a imprenditori non sia facile per nessuno e che fuori dal campo un azzardo rischi di venire pagato molto più che un gol sbagliato.
Fu così che Vieri e Brocchi finirono nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta, dal momento che Bfc&co finì travolta da un buco di 14 milioni di euro che ne determinarono il fallimento. L’allora pm milanese Maurizio Ascione firmò il provvedimento per provare a vederci più chiaro, con tanto di perquisizioni alle abitazioni dei due giocatori e invito a comparire. Nata per la vendita di accessori da cucina, elettroutensili di lusso, oggetti per il fitness, Bfc&co tentò poco dopo il salto di qualità, fallendolo. Vieri si difese dicendo di non aver avuto alcun tipo di attività gestoria sulla società e nel 2014 la sua posizione fu definitivamente archiviata.