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Basta col calcio, è ora di meditazione e trascendenza: l’ex Serie B diventa istruttore di yoga in Thailandia

Tempio buddhista - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Tempio buddhista – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Rinunciare agli agi del calcio per guardarsi dentro e capire cosa sia la felicità: la lezione dell’ex talento arrivato a un passo dalla Serie A.

Cosa fare della propria vita dopo l’addio al calcio? Il ritiro dall’attività è per un professionista in assoluto uno dei momenti più drammatici della propria vita, ma purtroppo non per tutti coloro che iniziano a giocare a calcio quel momento arriva. C’è infatti chi la propria carriera la vede sfumare quasi sul nascere, per scelta o per necessità.

Le percentuali sul rapporto tra i milioni di bambini che si avvicinano al calcio e arrivano fino alle soglie della prima squadra e quelli che 10 anni dopo sono in grado di vivere di pallone non sono incoraggianti. Le rinunce sono tante, anche per motivi economici, e a questo gruppo bisogna aggiungere chi riesce a sfondare solo in parte.

Il debutto in Serie A, o comunque nel calcio professionistico, non rappresenta infatti in alcun una garanzia di successo, se per successo si intende la certezza, una volta messo piede nel dorato mondo del calcio di medio-alto livello, la certezza di restarci a lungo.

A dispetto di rose sempre più ampie e del crescente numero di competizioni da affrontare, infatti, non è immaginabile neppure per i top club avere organici di 30 o più giocatori. Per i tecnici sarebbe impossibile organizzare le sedute di allenamento così come per le società le spese diventerebbero insostenibili.

L’ex promessa dice basta con il calcio: troppi infortuni, poi la svolta

Figurarsi se si scende di livello e categoria. Senza coppe e con meno incassi è fatale ridurre ulteriormente il numero di giocatori in organico, aggiungendo magari ad una base di 14-15 elementi i giocatori più talentuosi del proprio settore giovanile. Insomma, trovarsi senza un ingaggio anche da giovanissimi e decidere di interrompere è una scelta molto più frequente di quanto si possa pensare. Anche quando si arriva ad un passo dalla Serie A dopo tanti sacrifici.

Questo è ciò che è accaduto a Kevin Lidin, che ha appena completato i primi due anni da ex calciatore. Nato in Svezia nel 1999, di ruolo difensore centrale, Lidin ha sviluppato quasi tutta la propria parabola calcistica, conclusasi a fine 2022, in Italia, venendo portato in Italia dal Pisa nel 2017 per poi approdare alla Primavera del Bologna, con la quale giocò appena quattro minuti. Quindi il ritorno alla base con la partecipazione, seppur da comparsa, alla promozione in B dei toscani nel 2019 e il successivo passaggio alla Paganese.

Kevin Lidin festeggia la promozione in B con il Pisa nel 2019 - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Kevin Lidin festeggia la promozione in B con il Pisa nel 2019 – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Dalla Serie B alla Thailandia, ma non per giocare: “Ho scoperto la felicità”

Una lunga serie di infortuni non ha mai dato tregua a Kevin, che dopo essere tornato in patria per giocare nelle categorie inferiori nel 2022 ha dato retta al proprio cuore, che gli ha suggerito di diventare monaco buddhista e trasferendosi contestualmente in Thailandia. “Nel 2021 la mia carriera da calciatore professionista è finita a causa degli infortuni. Ho iniziato a chiedermi cosa fosse la felicità e quale fosse lo scopo della vita” ha scritto Lidin su Instagram.

La risposta è stata quasi immediata, di certo non sorprendente, e rappresenta un ideale schiaffo morale ad una società calcistica i cui costi sono in costante aumento: “Dopo aver studiato la scienza della felicità, esser diventato un monaco e aver praticato yoga ho trovato le risposte alle mie domande” ha aggiunto Kevin, che oggi vive Ko Phangan in Thailandia e cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cultura buddhista, pur precisando che “Non è necessario essere buddhisti per diventare monaci”. Di certo lo è guardare con distacco al consumistico mondo del pallone.