Calciatori e belle auto: lui ne ha quante ne vuoi, Ferrari, Lambo, Bentley, e ne ha fatto un lavoro | Fa felice sceicchi e collezionisti (e il suo portafogli)
Ha vinto, guadagnato tanto e preso… cartellini: oggi, però, nella vita del vice campione del mondo non c’è più solo il calcio.
I luoghi comuni legati ai calciatori si sprecano. Semplici etichette, in buona parte dei casi, magari fastidiose e difficili da staccare. Quasi un contrappasso rispetto alla vita piena di agi che può permettersi un professionista dello sport più amato e praticato al mondo.
“Non sanno cosa voglia dire fare sacrifici veri”, “Pensano solo a guadagnare sempre di più senza pensare a chi ogni giorno deve guadagnarsi da vivere”. Ad ingigantire il modo in cui dall’esterno sono viste oggi le divinità del calcio sono poi altri dettagli, solo in apparenza secondari. Dal grado di disponibilità nel rapportarsi a tifosi e stampa fino all’outfit.
Se si ha la fama da duri, si ha il corpo tempestato dai tatuaggi e magari in campo si ricopre pure un ruolo… in linea con le apparenze, il rischio è che i pregiudizi si moltiplichino. Si tratta di un “destino” che tocca soprattutto a difensori arcigni o a centrocampisti di (molta) sostanza. Se poi capita che proprio questi duri per eccellenza trovino fortuna nel post-calcio proprio grazie a uno di quei luoghi comuni tutto torna…
Del resto per comporre una squadra vincente servono tutte le tipologie di calciatori. I fuoriclasse, i campioni, i buoni rincalzi e chi corre per i più forti. Alla fine si vince tutti insieme, o si va vicinissimi a farlo. Ne sa qualcosa Nigel De Jong, cagnaccio di centrocampo nel primo Manchester City vincente, anno 2012, corridore nel Milan di Allegri e rotella fondamentale dell’Olanda che nel 2010 sfiorò il titolo Mondiale in Sud Africa.
Il duro per eccellenza oggi va ancora veloce: l’ex Milan e l’impero delle auto di lusso
Di quella spedizione Orange si ricordano le giocate di Wesley Sneijder, ma anche il fallaccio compiuto da De Jong in finale su Xabi Alonso. Un intervento punito solo con il giallo dall’arbitro Webb, ma che avrebbe meritato di peggio, come un altro intervento compiuto da Nigel qualche mese prima in un’amichevole contro gli Usa che causò un grave infortunio a Stuart Holden. De Jong era anche questo: corsa, polmoni, generosità e interventi spesso oltre il limite.
Caratteristiche che, come nelle migliori tradizioni, esaltavano i tifosi delle proprie squadre e venivano demonizzate da quelle avversarie. Oggi De Jong è ancora nel calcio con un ruolo di spessore, quello di direttore sportivo della nazionale, ma diversifica i propri guadagni grazie ad una passione che coltiva da sempre e comune a tanti calciatori, quella per le auto di lusso.
Il vice campione del mondo è più ricco di prima grazie alle supercars: tutto merito… del nonno
Dopo gli studi di economia l’ex centrocampista ha ha fondato la Continental Cars, azienda di vetture di lusso con un mercato vastissimo, che va dagli sceicchi ai collezionisti, fino agli ex calciatori. Inevitabile se da anni nel tuo garage personale ci sono esemplari di Ferrari e Maserati, Rolls-Royce o Bentley… Oggi attraverso lo smercio delle supercar De Jong corona i sogni di tanti ricchi.
“Mio nonno era uno degli amministratori delegati della Ford in Olanda e ho visto da vicino il suo operato” avrebbe poi rivelato in un’intervista a ‘The Sun’. Fatto sta che non è da tutti per un ex calciatore vedere i propri guadagni restare quantomeno inalterati anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo. Il segreto? Infischiarsene dei luoghi comuni…