Home » Positiva all’antidoping, cancellate la medaglie: 1 milione di dollari da restituire e sei mesi di carcere | Finisce ai lavori socialmente utili

Positiva all’antidoping, cancellate la medaglie: 1 milione di dollari da restituire e sei mesi di carcere | Finisce ai lavori socialmente utili

Pista d'atletica - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Pista d’atletica – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

È stata una delle atlete più vincenti e ricche del mondo, ma per poco tempo: la vita le ha presentato il conto, ma oggi si è redenta.

Belli, famosi e ricchi, rigorosamente in ordine cronologico. Queste sono le caratteristiche di molti eroi ed eroine del mondo dello sport, spesso baciati da Madre Natura anche dal punto di vista estetico. Poi, a seconda delle discipline in cui si eccelle, si possono aggiungere altre virtù.

Tecnici e potenti se si è calciatori, magari coraggiosi, se si tratta di piloti di stelle del motorsport o di sciatori. O resistenti, se si parla di tennisti o ciclisti. Oppure veloci, caratteristica richiesta sì a chi guida, ma anche a chi eccelle in un altro tipo di corsa, quella nella quale si può fare riferimento solo alle proprie forze. Diventare la donna o l’uomo più veloce del mondo significa primeggiare nella regina delle discipline sportive, non solo a livello di Giochi Olimpici: l’atletica leggera.

Arrivare quasi in cima al mondo o riuscirci e poi capire che restarci può essere molto difficile, per la concorrenza o perché ci si accorge che si è andati oltre i propri limiti, può far perdere la testa e contatto con la realtà. L’elenco di star dell’atletica finite in disgrazia a causa di squalifiche per doping dopo aver toccato il cielo con un dito è purtroppo molto lungo.

Questa storia è però molto particolare, perché riguarda una ragazza che ha sbagliato, si è pentita, ha perso tutto e pagato sotto ogni punto di vista ed ha provato a ripartire, cimentandosi addirittura in un altro sport, quello del primo amore, ma senza successo. Fino a diventare predicatrice, nella speranza di far capire a coloro che ne hanno sentito tramandare la sua fugace leggenda che la seconda opportunità non è per tutti.

Ha vinto tutto, poi tutto ha perso: ascesa e crollo della regina della velocità

Il volto pulito di Marion Jones ha dominato la scena sportiva per un paio di anni. Le estati dal ’97 al quella 2000 sono state quelle dell’apice della popolarità. La gazzella correva i 100 metri in modo poetico, sembrava fare fatica per poi liberare la propria corsa leggera e rotonda. Sbancò ai Giochi di Sydney, ma il sogno durò poco. A spazzarlo via, dopo l’assenza dalle piste per maternità, fu l’inatteso crollo delle performances, prima che a spazzare via tutto fosse lo scandalo dell’industria farmaceutica Balco.

Accusata di usare almeno cinque diverse sostanze illegali, trovata positiva all’Epo nel 2006, Jones si è vista cancellare tutti i risultati ottenuti tra il 2000 e il 2004, dopo aver ammesso le proprie colpe in una scena rimasta nella storia, sotto una pioggia scrosciante, in lacrime di fronte a una folla di giornalisti. Cinque medaglie olimpiche e due ori mondiali nei 200 e 4×100 svaniti in un colpo e pure l’onta di dover restituire i premi in denaro, pari a circa un milione di dollari.

Marion Jones durante la sua ammissione di aver fatto uso di sostanze dopanti - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Marion Jones durante la sua ammissione di aver fatto uso di sostanze dopanti – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Sbagliando (e pagando) si impara: dalle piste ai palazzetti fino alla ‘redenzione’

Nel 2008 arrivò anche la condanna a sei mesi di carcere e ai lavori socialmente utili per aver mentito a un giudice riguardo all’uso di sostanze dopanti. Quello di Marion era stato un impero costruito con la cartapesta e se per i suoi tifosi lo shock fu profondo, la diretta interessata ebbe l’umiltà di provare a ripartire. Addio atletica, provò a tornare al basket, lo sport degli esordi arrivando a giocare nella Wnba, ma finì licenziata. In fondo era stato un tentativo per cancellare quelle macchie indelebili. Meglio chiudere con lo sport, quindi, e non avere paura di parlare di ciò che è stato per provare a fungere da esempio.

Ecco allora la terza vita sportiva di Marion, quella da predicatrice laica attraverso un libro autobiografico. “Sono un essere umano che ha avuto tutto dalla vita, il successo sportivo, la popolarità, i soldi, e che poi ha perso tutto – avrebbe detto dopo la ‘redenzione’ – Voglio marcare una differenza. Le vittorie nell’atletica non ispiravano nessuno. La nuova Marion sì”. Ecco la nuova Marion, che alle soglie dei 50 anni ha detto addio allo sport, ha la bacheca vuota, ma sa cosa insegnare ai propri figli: “Per diventare veramente onesta mi sono serviti il dolore e l’umiliazione pubblica. Dal periodo più difficile della mia vita è cominciato il mio viaggio per la libertà”.