Otto mesi in carcere, poi estradato dalla Germania: Boris Becker condannato per bancarotta fraudolenta, l’ex campione del tennis dalla libertà vigilata prova a ricostruirsi
Uno dei tennisti più forti e precoci di sempre ha vissuto un post-carriera dai contorni drammatici, ma il peggio sembra alle spalle.
Il tennis, così come numerosi altri sport, ha conosciuto negli anni cambiamenti profondi per quanto riguarda lo stile di gioco. In verità in poche altre discipline l’evoluzione è stata così evidente al punto che è aperto da tempo un dibattito: si tratta davvero di un’evoluzione o di un passo indietro?
In realtà c’è anche molta letteratura quando si descrive il mutamento in gran parte naturale di uno sport che per caratteristiche intrinseche non può che andare incontro ad un mutamento conseguenza diretta delle trasformazioni fisiche che ha subito la specie umana.
Non c’è quindi da stupirsi del fatto che la potenza del servizio nel tennis abbia raggiunto picchi inimmaginabili solo qualche lustro fa, fino a trasformare la battuta in uno dei fondamentali chiave anche in quelle superfici dove a livello teorico non era facile immaginare che questo sarebbe successo.
E comunque in fondo i “bombardieri” ci sono sempre stati. Si pensi a Goran Ivanisevic o a Mark Philippoussis, sorretti da un fisico molto simile a quello dei colossi di oggi. Così come non bisogna dimenticare che uno dei giocatori più amati, ma anche controversi della storia, ha rappresentato un vero e proprio antesignano del nuovo millennio. Stiamo parlando di Boris Becker.
Il declino di ‘Bum Bum’ Becker: da golden boy alla prigione
L’unico ad aver vinto due Slam prima di compiere 19 anni e il più giovane vincitore di sempre a Wimbledon ha saputo unire come nessuno in quegli anni la potenza dei colpi, che avrebbe caratterizzato i decenni successivi, all’eleganza del tennis classico. La sua parabola tennistica è stata però purtroppo meno lunga di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, precedendo una lunga fase oscura lontano dai campi.
Se infatti il ritiro dalle scene risale al 1999, dopo più di qualche anno da comparsa all’interno del circuito, Becker avrebbe capito presto che le delusioni e le sconfitte patite nella parte finale della propria onoratissima carriera non sarebbero state nulla se paragonate al calvario umano che il tedesco dovette subire a causa di gravi disavventure personali che lo portarono addirittura alla prigione.
La grande paura e la rinascita, Becker è tornato
Becker fu infatti condannato nel 2022 a due anni e mezzo di carcere dal tribunale di Southwark, nel sud di Londra, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, venendo ritenuto colpevole per quattro dei 24 reati fiscali per cui era finito sotto processo. ‘Bum Bum’ finì nei guai per prestiti non ripagati ad una banca privata, per oltre 3,5 milioni e a un uomo d’affari inglese, oltre che per non aver dichiarato una proprietà immobiliare in Germania e aver nascosto denaro ai creditori, trasferendolo su conti di familiari. Dopo otto mesi di prigione è stato estradato in Germania a fine 2022, restando in libertà vigilata.
Una vera e propria odissea per colui che è ancora oggi uno degli sportivi più conosciuti di Germania, che in successive interviste tv confessò di essere stato minacciato di morte in prigione e di aver anche pensato al suicidio. Ora, a 57 anni, la vita è tornata parzialmente a sorridere a Becker, in attesa di una nuova sfida come coach dopo esserlo stato di Djokovic e Rune e reduce dalle ospitate a Sky Sport Italia per commentare il torneo di Wimbledon e tornare con il pensiero agli anni magici in cui il giovanissimo Boris seppe diventare il principino del Centrale.