Collina gli salvò la carriera, e da lì ha spiccato il volo: ecco la sua vera sliding door
Un arbitro può far decollare la carriera di un calciatore? Incredibile, ma vero: il racconto dell’ex difensore fa il giro del web.
Pierluigi Collina è ritenuto quasi all’unanimità uno dei migliori arbitri della storia del calcio. Una fama documentata dai ripetuti premi ricevuti a livello internazionale, ma che va oltre i riconoscimenti che hanno impreziosito quasi 20 anni di carriera. Oltre che grazie a qualità strettamente tecniche a livello di direzione arbitrale, Collina ha brillato ed è ricordato da chi lo ha incrociato sul campo anche per la propria umanità.
A dispetto di un physique du role da duro e da uno sguardo severo, infatti, in campo Collina ha sempre cercato di affidarsi al dialogo con i giocatori, o comunque non ha mai abusato della propria personalità. Ovvio che giocatori esordienti e campioni navigati non possono venire trattati allo stesso modo nel senso dell’approccio ad eventuali proteste, ma Collina è sempre stato autorevole senza essere autoritario.
Di episodi da citare ce ne sarebbero parecchi, anche se in tanti lo ricordano soprattutto per la (discutibile?) gestione di Perugia-Juventus, ultima giornata del campionato ’99-2000. Il Curi allagato e un’ora e mezza di sospensione prima di riprendere la partita mentre a Roma la Lazio stava concludendo la propria gara contro la Reggina con uno scudetto a metà tra bianconeri e biancocelesti.
La carriera di Collina è molto di più e allora, a proposito di Juventus, come non citare un famoso episodio accaduto in un derby d’Italia, quando per spiegare un gol annullato per fuorigioco a Maurizio Ganz l’arbitro si fece 50 metri di campo per delucidare con la massima calma il tecnico dei nerazzurri Roy Hodgson, meritandosi l’applauso dell’allenatore e di tutto lo stadio?
Un debutto da brividi: l’ex della Serie A apre l’album dei ricordi
A dare un altro spaccato del self control di Collina e della sua capacità di capire i momenti di una partita è stato un ex difensore che negli anni 2000 ha scritto pagine importanti della Serie A, campionato dove arrivò a 23 anni direttamente dalla Serie C. Un salto doppio non per tutti e che fu tenuto a battesimo da Collina, arbitro del match d’esordio nel massimo campionato di Moris Carrozzieri.
Intervistato da ‘Febri’s Analysis’, l’ex difensore, tra le altre, di Atalanta e Sampdoria ha svelato un retroscena riguardante la partita tra l’Inter e la stessa Samp, dove Carrozzieri giocò, prima delle presenze in A del centrale teramano, nel settembre 2003. spiegato nel dettaglio la sua prima esperienza da titolare nel massimo campionato italiano, nel teatro calcistico di San Siro e contro un avversario come l’Inter.
Il difensore sbaglia all’esordio, l’arbitro lo grazia e la carriera decolla
“Il mister Novellino mi disse che avrei giocato titolare solo poche ore prima della partita – ha rivelato Carrozzieri – Per me fu uno shock e una grande emozione, essendo tra l’altro sempre stato tifoso interista. Ne parlai con Falcone, abruzzese come me, che mi tranquillizzò invitandomi a ‘farmi sentire’ subito su Cruz, che era il centravanti dell’Inter”. Il problema è che Moris prese il concetto troppo alla lettera stendendo l’argentino con un fallaccio dopo 30 secondi di gioco…
A quel punto subentrò però il buonsenso di Collina, che si avvicinò a Carrozzieri stupendolo: “So che sei all’esordio e emozionato, ti do un giallo che è arancione, è quasi rosso”. Da quel momento, di fatto, prese il via la carriera a grandi livelli di Carrozzieri, che sarebbe stato premiato come migliore in campo a fine partita e che avrebbe disputato altre 100 partite in Serie A. Chissà come sarebbe andata in caso di espulsione quel giorno, ma un calciatore che ringrazia un arbitro è una primizia assoluta…