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Star del calcio trovata morta a 43 anni in un hangar a Parigi: choc in tutto il mondo, altro che ‘nuovo Desailly”, era finito a fare il senzatetto

Hangar - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Hangar – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

La sua stella non ha mai iniziato a brillare, ma nel momento più difficile tutti si sono dimenticati di lui: dalla Serie A alla morte in solitudine.

Domenica 31 agosto 1997, prima giornata di Serie A. Oggi sembra strano dirlo, eppure poco meno di 30 anni fa il campionato non iniziava a Ferragosto e il calendario aveva sembianze più “umano”, con 34 partite in Serie A e coppe europee non extra-large.

Quel giorno prese il via un’edizione della Serie A destinata a restare nella storia. Per il duello scudetto al veleno tra Inter e Juventus, sfociato nell’”epico” e infuocato scontro diretto del 26 aprile ’98, ma non solo. Tra i tanti debuttanti di quel 31 agosto si ricorda un allenatore che avrebbe fatto carriera, ma figlio di un altro calcio.

Alberto Malesani fu scelto dalla Fiorentina dopo aver costruito gli inizi del miracolo Chievo. Veronese, la sua provenienza dalla provincia lo convinse a presentarsi in panchina con i pantaloncini corti e il resto lo fece l’andamento di una partita vinta 3-2 dai viola al 90’ sul campo dell’Udinese. Malesani corse sotto i propri tifosi con il suo look balneare dando vita ad un’istantanea rimasta nella storia.

Il calcio è però fatto anche di sliding doors, così ecco che quella stessa partita fu storica perché rimase l’unica in Serie A di un campione mancato, ma soprattutto di un uomo sfortunato. A otto minuti dalla fine nell’Udinese entrò Joachim Fernandez, mediano senegalese naturalizzato francese, classe ’97, che non sarebbe stato accompagnato dalla buona sorte. Non solo nel calcio.

Gli esordi promettenti e un paragone illustre: la parabola del predestinato mancato

E pensare che le premesse erano buone, essendo sbarcato in Italia con l’etichetta dop del vivaio del Bordeaux e di “nuovo Desailly”, il campione francese all’epoca pilastro del Milan pigliatutto e della nazionale francese. Tuttavia a Udine Joachim non avrebbe più visto il campo e l’anno dopo a Monza in Serie B raccolse solo cinque gettoni.

Proprio il Milan, che se lo trovò di fronte in una sfortunata notte in Coppa Uefa a Bordeaux, investì nel suo talento, salvo capire ben presto di averci scommesso ad occhi troppo chiusi. E di non aver fatto i conti con un destino implacabile.

Joachim Fernandez - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Joachim Fernandez – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Dai sogni di gloria alla morte tra gli stenti: dimenticato da tutti

La carriera di Fernandez si sarebbe presto avviata verso un precoce declino, complici crescenti problemi di famiglia. Un matrimonio sbagliato e la depressione, ma soprattutto soldi che finirono troppo presto, complice una parabola da calciatore finita ad appena 29 anni in Indonesia a causa di un infortunio al ginocchio.

Di Joachim si persero rapidamente le tracce e quando furono ritrovate era troppo tardi. Il 16 gennaio 2016, infatti, il corpo di Fernandez fu ritrovato senza vita in un hangar abbandonato vicino Parigi. Da tempo viveva come un clochard a Domont e nonostante al mercato locale, dove si recava per cercare cibo, lo conoscessero tutti, nessuno riuscì ad evitare che la sua fine avvenisse tra le coperte del freddo inverno francese. La sua salma fu subito rimpatriata per il natìo Senegal. Da dove aveva preso il via un sogno di fatto mai nato.