Il Milan caccia Fonseca: sostituto già scelto, ma lui è l’ultimo a saperlo | “Domani mi presenterò all’allenamento”
Ribaltone in casa rossonera al termine di una serata senza precedenti. Il nuovo mister è già atterrato, pronto per la Supercoppa.
Portogallo, terra di confine, di navigatori e di… allenatori. Che prima o poi avranno a che fare con il calcio italiano. Un anno dopo Milan-Roma si conferma la partita del crinale per i tecnici lusitani. Dall’esonero di José Mourinho si è passati a quello di Paulo Fonseca, che da domenica sera non è più l’allenatore dei rossoneri.
Non si può neppure dire che per il tecnico nato in Mozambico sia stato fatale il pareggio contro la propria ex squadra, dal momento che la decisione nella stanza dei bottoni rossonera era già stata presa prima dell’ultima partita del 2024 e probabilmente non sarebbe stata cambiata neppure in caso di successo sonante contro i giallorossi.
No, questa volta a Fonseca non è stato neppure lasciato il tempo di provare l’ennesimo ribaltone, in Supercoppa contro la Juventus, l’ennesimo scoperchiamento delle carte sul tavolo, specialità già riuscita contro Inter e Real Madrid, nelle uniche due notti davvero da ricordare di una gestione tecnica e dello spogliatoio che ha destato molti punti interrogativi durante sei mesi che a molti giocatori sono parsi lunghi come un anno.
Il distacco tra le ambizioni fissate dalla società a inizio stagione e il rendimento della squadra alla fine del girone d’andata era evidentemente troppo ampio perché i vertici del club e i componenti dell’area tecnica decidessero di indugiare ulteriormente. Certo, le tempistiche del provvedimento, a poche ore dalla partenza per l’Arabia Saudita, lasciano perplessi. E i punti di domanda in questa vicenda sono tanti.
Da un portoghese all’altro: Milan, esonero shock. È tutto già deciso
Perché, se la fiducia era evaporata da tempo, non procedere nei nove giorni intercorsi tra la partita contro il Verona, vinta senza convincere, e quella contro la Roma? Mai per i prossimi due mesi e mezzo il Milan godrà, tra recuperi di campionato, Champions e Coppa Italia, di un intervallo così lungo senza impegni agonistici. E invece si è scelto di aspettare la fine dell’anno solare, per poi puntare per la sua sostituzione sul connazionale Sergio Conceiçao. L’ex Porto firmerà fino a giugno con opzione sulla stagione successiva, esercitabile solo dal Milan ed esordirà in Supercoppa contro la Juve del figlio Francisco.
Quello che resta è una domenica destinata a passare alla storia del calcio italiano, non per quanto accaduto in campo. Già prima di Milan-Roma si erano sparse voci sull’intenzione della società di cambiare guida tecnica. Segno che gli stessi dirigenti avevano voluto che la notizia trapelasse. Poi, al termine di un match che il Milan avrebbe potuto perdere come vincere, Fonseca è stato mandato in conferenza stampa a rispondere in perfetta solitudine ad un fuoco di fila di inevitabili domande sul proprio futuro, alle quali il tecnico portoghese si è disimpegnato tra l’inevitabile imbarazzo e la solita classe. “Non so niente, domani mi presenterò per l’allenamento”.
Milan-Fonseca, un rapporto nato male e finito in maniera kafkiana
Al termine della conferenza Fonseca è stato avvicinato da diversi giornalisti, anche di Roma, ed è evidentemente venuto a conoscenza di qualcosa, con il solito sorriso. Lo stesso con cui, dopo il colloquio con la società, si è allontanato da San Siro regalando l’ultimo tocco di eleganza ad una gestione che ha lasciato qualche perplessità dal punto di vista tecnico, ma ben poche da quello umano: “Era vero, sono fuori dal Milan” ha detto usando parole che resteranno nella storia. “Ho la coscienza a posto, grazie a tutti”.
Perché esporre un professionista a tutto questo? Il provvedimento poteva venire preso molto prima e con altre modalità, in fondo la storia tra Fonseca e il Milan era partita male, con il tecnico scelto come alternativa a Lopetegui, inviso alla piazza, e mai in grado di entrare in sintonia con il gruppo, fin da agosto, soprattutto con Theo Hernandez e Leao, protagonisti del famoso cooling break boicottato contro la Lazio. Era la fine di agosto. La società, sempre al centro di una feroce contestazione da parte dei tifosi, potrebbe però aver voluto comunicare al gruppo che ora gli alibi sono finiti. Quel che è certo è che Conceiçao ha in comune con Fonseca solo la nazionalità. L’ex Lazio, Inter e Parma è in panchina un duro come lo era sul campo. Dovrà fare meglio del connazionale: non difficile sul piano tecnico, molto da quello della signorilità.