Talento purissimo, alcolismo over the top: risse, ricoveri, caduta con Gin in mano | È ‘risorto’ più volte, e lo hanno amato tutti anche se da ubriaco fradicio: oggi ci riprova
Ha calcato i campi inglesi e italiani ed è stato amato da tutti: oggi il campione inespresso nutre solo rimpianti e fa preoccupare i suoi tifosi.
Se sprechi una seconda, una terza e magari anche una quarta opportunità non significa che non ne meriti altre. Piuttosto, potrebbe voler dire che tutte quelle chances mancate per ritagliarsi un proprio posto nel mondo si sono presentate al momento sbagliato. Oppure che qualcosa ha impedito di afferrare gli assist del destino.
Qualcosa o qualcuno, perché ci sono occasioni nelle quali ci si può sentire molto soli nonostante denaro e fama non manchino, nonostante la presenza di familiari amorevoli, perché pure per essi è impossibile riuscire a creare un isolamento tra il proprio congiunto e quei demoni che non vogliono sparire.
Le storie di calciatori che hanno dilapidato il proprio patrimonio tra donne, droga e alcool sono purtroppo molto frequenti. Cadute, risalite e poi ricadute, che fanno ancora più male a sé stessi e a chi c’è intorno perché fanno nascere il rimpianto che non sia stato fatto tutto il possibile per prevenire un declino tanto più malinconico quanto ciò che l’ha preceduto è stato grandioso.
Diversa è la situazione di chi il proprio talento non è neppure riuscito a esprimerlo al 100%, proprio perché quei demoni si sono palesati troppo presto, quando la carriera era in pieno svolgimento. Se si aggiunge un carattere già eccentrico di per sé e anche per questo più soggetto a cadere nelle tentazioni si ha il ritratto perfetto di uno dei grandi “dannati” del calcio internazionale.
Tra talento e demoni: la vita tutta sregolatezza del campione ‘dannato’
Chi ha visto crescere Paul Gascoigne nelle giovanili del Newcastle assicura che talenti così ne nascono pochi. Il suo bagaglio tecnico era davvero completo. Qualità, fisicità, visione di gioco e anche duttilità tattica. Già, Gascoigne sarebbe stato perfetto anche per il calcio di oggi, un po’ 8 e un po’ 10, così come lo è stato per la sua epoca. Purtroppo, però, la sua parabola calcistica è stata condizionata fin da giovanissimo da una percentuale troppo elevata di sregolatezza rispetto al genio.
Eppure non c’è un compagno di squadra, dal Tottenham alla Lazio fino ai Rangers e al Middlesbrough, che non abbia amato Gazza. La vita in ritiro con lui era esilarante, ma anche le scenette in campo con arbitri e avversari e durante gli allenamenti sono rimaste nella storia. Un uomo buono e generoso con tutti, eccetto che con il proprio talento, non coltivato abbastanza, e per la propria vita, sacrificata sull’altare di una dipendenza dall’alcolismo che sarebbe poi sfociata in disturbi psichici.
Ha visto la fine, ma si è redento in tempo: “Ho deluso me stesso”
Quella vita alla quale oggi, a 57 anni, Gascoigne continua a restare attaccato con le unghie e con i denti, pur essendo finito tante volte al centro di episodi di cronaca nera. Dalle risse a quelle sbronze così frequenti, in casa come in luoghi pubblici, dai ferimenti ai ricoveri. Per anni gli aggiornamenti sulle sue disavventure, compresa qualche sparizione nel nulla, erano così frequenti da far temere per la sua stessa sopravvivenza.
Poi qualcosa è cambiato e Paul ha capito di dover pur provare a sfruttarla quell’ennesima opportunità che la vita gli aveva dato. “Ero un ubriaco felice – ha detto in una recente intervista – Non lo sono più. Sono un ubriaco triste. Nessuno conosce il vero Gazza e credo di aver deluso nella vita soltanto me stesso”. Parole intrise di amarezza e rimpianti, ma in fondo non è mai troppo tardi per riscattarsi anche ai propri occhi. E per vivere in pace quel che resta di un’esistenza accidentata.