La tragedia del figlio, la casa all’asta, i debiti milionari: tristezza Cafu e quel sorriso che (forse) non c’è più
Il due volte campione del mondo ha vissuto un post-carriera senza pace: il tracollo economico ed esistenziale del mitico Pendolino
Il suo cuore italiano è diviso a metà, perché Marcos Cafu ha saputo esaltare due tifoserie. Portato in Italia dalla Roma, dove non fu difficile per i tifosi affibbiargli un soprannome che lo avrebbe poi accompagnato per tutta la carriera, dopo lo storico scudetto in giallorosso con la maglia del Milan sono arrivati altri successi.
Il decennio del ’90, del resto, è stato forse l’ultimo periodo storico nel quale per i fuoriclasse del calcio mondiale sbarcare in Serie A era una tappa obbligata per dare lustro alla propria carriera. Impossibile considerarsi davvero top players (e pazienza se all’epoca il termine non era ancora stato coniato…) senza aver disputato almeno una stagione in Italia.
E Cafu un fuoriclasse lo è stato davvero. Per più di qualche addetto ai lavori colui che a Roma è diventato il Pendolino è stato il terzino destro più forte di sempre, almeno in fase offensiva. Proprio l’approdo in Italia, sotto la guida di maestri come Fabio Capello e Carlo Ancelotti, gli avrebbe poi permesso di migliorare anche in quella difensiva. Tuttavia tutti ricordiamo Cafu soprattutto per le sue sgroppate sulla banda.
Corsa e tecnica abbinate ad un sorriso inconfondibile, da vero brasiliano, che interpreta il calcio come una festa, come un’occasione per divertire e divertirsi con leggerezza. Certo i risultati contano e stiamo parlando di un giocatore capace di giocare tre finali mondiali consecutive, impresa non riuscita neppure a Pelè, vincendone due, una delle quali da capitano.
Il campione sorridente è finito in miseria: il triste declino di Marcos Cafu
Quel sorriso contagioso è ancora oggi impresso bene nella memoria dei tifosi di Roma e Milan oltre che dei tanti compagni che hanno avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con Cafu. Peccato che oggi e da qualche tempo sul volto di Marcos non ci sia più spazio per la gioia. Il dopo-calcio ha infatti mostrato all’ex calciatore l’altra faccia della notorietà. Guai in serie, che disegnano un presente malinconico.
Da tempo si rincorrono le indiscrezioni secondo le quali Cafu sarebbe caduto in disgrazia dal punto di vista economico. Sommerso dai debiti a causa di qualche investimento avventato, l’ex esterno è stato costretto addirittura a vendere la propria lussuosa villa di San Paolo di quasi 3000 metri quadrati, come imposto dal tribunale nonostante i disperati tentativi di Cafu di evitare un simile sacrificio, pesante anche dal punto di vista affettivo.
Cafu e un calvario iniziato con un dolore inaccettabile
Un vero e proprio dolore, seguito alla cessione di un’altra villa, quella storica di famiglia, che sarebbe stata svenduta a meno di metà del suo valore reale. Una beffa nella beffa per Cafu, oppresso dai debiti anche con le banche. Come spesso succede in casi come questi l’origine di tutti i problemi è tuttavia legata a un dramma familiare.
Il calvario di Cafu è infatti iniziato nel 2004, quando il brasiliano e la moglie Regina dovettero affrontare lo straziante dolore della scomparsa del figlio Danilo, morto a soli 30 anni a causa di un infarto mentre giocava in giardino. Una tragedia senza senso, comune purtroppo a tante altre famiglie meno ricche e famose. Denaro e notorietà però non contano quando la vita mette di fronte a prove di questo tipo. Così come gli anni d’oro passati a correre felice su un campo sembrano appartenere a un passato lontanissimo.