“Ho perso 20 milioni di euro in un istante”: Gigi Buffon confessa tutto | “Ma ho salvato 1200 famiglie”
Un passato da leggenda, un presente da dirigente e in mezzo una brutta avventura: il mito del calcio italiano si confessa.
Primati e titoli in serie e una celebrità senza confini. La carriera da calciatore di Gianluigi Buffon è stata davvero un film. Un percorso lungo poco meno di 30 anni, escludendo il periodo delle giovanili del Parma, e impreziosita dal lieto fine. O forse no?
Super Gigi ha infatti avuto un rapporto agli antipodi con le due coppe più ambite da un calciatore. Campione del mondo nel 2006, Buffon non è mai riuscito a mettere le mani sul trofeo della Champions League, andando così a impreziosire una lunga lista contenente i nomi di tanti fuoriclasse.
Da Gabriel Batistuta a Zlatan Ibrahimovic, da Roberto Baggio fino a Lothar Matthaus, senza dimenticare due dei più grandi giocatori di tutti i tempi, Diego Armando Maradona e Ronaldo, quest’ultimo solo nominalmente nella rosa del Milan campione d’Europa 2007, ma senza essere inserito in lista.
Buffon c’ha provato tante volte, ma quel debutto che sembrava da predestinato, parando un rigore da giovanissimo con il Parma contro il Borussia Dortmund, si è rivelato soltanto un’illusione, così come i due penalties parati nella finale giocata con la Juventus nel 2003 contro il Milan. Non bastò e andò male anche nel 2015 e nel 2017 nelle finali perse contro i marziani di Barcellona e Real Madrid.
Gigi Buffon si confessa: l’errore fuori dal campo che il portierone non si perdona
Eppure Buffon ha imparato a convivere con questa lacuna nella propria bacheca e anzi nelle interviste rilasciate nella parte finale della propria carriera e dopo aver intrapreso il percorso da dirigente non ha mai parlato di calcio rispondendo alla domanda su quale sia il rimpianto maggiore della prima parte della sua vita che si avvicina ai 50 anni.
In un’intervista al Corriere della Sera del 2016 Gigi accettò invece di tornare sulla delicata esperienza da imprenditore avuta con la Zucchi, la società tessile della quale l’ex capitano della nazionale è stato socio di maggioranza dal 2009 al 2015, vedendo però andare in fumo 20 milioni di euro di investimenti a causa del fallimento dell’azienda.
Buffon e l’incubo dei milioni persi: “Ho imparato la lezione sulla mia pelle”
Non è stata quella l’unica avventura da imprenditore per Buffon, che nel 2011 divenne anche azionista unico della Carrarese, la squadra di calcio della propria città. L’esperienza con la Zucchi è stata però più traumatica e per questo ha lasciato un segno profondo nel cuore dell’ex portiere: “La mia soddisfazione è che, nonostante le pressioni perché facessimo tagli del personale abbiamo resistito e portato la barca in porto senza licenziare”.
La Zucchi è poi passata nelle mani del fondo francese Astrance. Buffon non rimpiange quasi niente della propria gestione. Non le scelte in apparenza più dolorose, anche se a posteriori ha ammesso di avere commesso un errore: “La mia priorità è sempre stata salvaguardare le 1200 famiglie che lavoravano in azienda. I fondi speculativi ci avrebbero reso la vita più semplice, ma non mi pento di aver aspettato. Quello che mi ha insegnato questa vicenda – la conclusione – è che gli investimenti vanno seguiti in prima persona. L’aria che c’è in azienda deve sempre essere il titolare a respirarla”.