Quando il Leone chiama, il banchiere risponde: non è una favola, è il Milan | Zorro è agli sgoccioli, Ibra ha già il nuovo top allenatore in mano
Venti di contestazione e di rivoluzione in casa rossonera: Ibrahimovic ha detto basta e sceglie la prima pietra per la ricostruzione.
“Cento di questi giorni” è la frase più usata per fare gli auguri di compleanno. A prescindere dall’età del soggetto, anzi ancora di più se si sta parlando di una persona non più giovanissima, l’augurio è d’uopo, nella speranza di vivere altre giornate del genere all’insegna di serenità e salute.
Il genetliaco resta sempre un giorno da ricordare, per chi lo celebra e per chi partecipa ai festeggiamenti. Certo, il giorno del compleanno non se lo si sceglie e se una volta capita di stare vivendo giorni difficili le celebrazioni risulteranno condizionate.
Proprio questo è ciò che ha vissuto il Milan, i cui tifosi e dirigenti in estate non avrebbero mai immaginato di passare all’insegna di turbolenze così forti i giorni precedenti e successivi al compleanno numero 125 della storia di uno dei club più gloriosi, oltre che antichi, d’Italia.
Due anni e mezzo dopo, lo scudetto numero 19 sembra appartenere alla preistoria. Squadra lontana dalle prime posizioni, sessioni di mercato fallimentari, scollatura tra dirigenza e tifosi e tra allenatore e giocatori. Difficile che le cose potessero andare peggio, beffardo il fatto che la crisi sia deflagrata proprio poco prima di un anniversario così importante.
Milan, la pazienza è finita: tifosi in rivolta, società pronta a prendere decisioni drastiche
La violenta contestazione del popolo rossonero ha turbato la notte del 15 dicembre e la giornata del 16. Mai nella storia una festa privata di compleanno del Milan era stata turbata da manifestazioni di dissenso così vigorose. Società e giocatori sono diventati i bersagli di una protesta che ha solo sfiorato mister Fonseca. Eppure, alla fine, a pagare è sempre uno solo.
Il paradosso è che in estate l’arrivo del tecnico portoghese non fu certo benedetto dai tifosi del Milan, bensì solo accettato come ripiego migliore rispetto alla prima scelta della società, Julen Lopetegui. Le battaglie contro arbitri e lassismo del gruppo, condotte con lo stesso coraggio con il quale ai tempi dello Shakhtar decise di presentarsi in una conferenza in Champions con la maschera di Zorro per onorare una scommessa, hanno permesso a Fonseca di conquistare i tifosi, ma non la società.
Caos Milan, l’ultima parola è di Ibrahimovic: Zlatan si espone, scelta la nuova guida
Così se la marcia in Champions League, seppur sofferta, è soddisfacente, il gap dalle prime in campionato sta diventando inaccettabile. Il pareggio contro il Genoa ha fatto scattare ufficialmente l’allarme in seno al club, pronto a valutare la possibilità di cambiare guida tecnica. Le alternative non mancano e sono di fatto le stesse già esaminate a fine agosto, dopo la prima, pesante crisi di risultati.
L’eventuale esonero di Fonseca sarà deciso collegialmente dalla dirigenza, ma a esporsi sarà Zlatan Ibrahimovic. Al senior advisor di Red Bird sarebbe data carta bianca anche nella scelta del sostituto, individuato in Maurizio Sarri. L’ex allenatore di Napoli e Juventus vuole ripartire nove mesi dopo le dimissioni dalla Lazio. La preferenza andrebbe ad una chiamata di Premier League, ma il progetto del Milan è sufficientemente coraggioso per chi lasciò a 43 anni il posto fisso in banca per provare la carriera di allenatore. Il Milan lo aveva già sedotto qualche anno fa, salvo abbandonarlo per motivi non solo calcistici. Il treno sta per ripassare.