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Intramontabile nonno in campo: da portiere a attaccante pur di giocare, ma tutto finisce | Ora fa l’ambientalista con l’high tech energetico

Porta calcio - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Porta calcio – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

La passione per il calcio è eterna: età, categorie e ruoli non contano, ma anche per il recordman italiano arriva il momento di voltare pagina.

Nella vita non è davvero mai troppo tardi, per quasi nulla. I sogni vanno coltivati fin quando c’è una remota possibilità di riuscire a coronarli. Certo, per farcela serve una serie di congiunture magari non sempre astrali, ma per la cui concomitanza bisogna impegnarsi parecchio…

Nello sport e nel calcio in particolare i sogni possono essere tanti ed essenzialmente dipendono dalle qualità dei singoli e dal tipo di carriera che si è svolta. Gigi Buffon, ad esempio, non è riuscito a coronare il sogno di mettere le mani sulla Champions League. Tre finali giocate e altrettante sconfitte, una delle quali ai rigori.

Restando in tema di portieri, Maurizio Pugliesi è riuscito a coronare il proprio. Nome e cognome che non diranno granché a molti appassionati di calcio, ma l’ex portiere di Rimini ed Empoli è oggi l’esordiente meno giovane di sempre in Serie A, essendo sceso in campo per Empoli-Torino nel 2016 a 39 anni, 4 mesi e 18 giorni.

E a proposito di portieri e di sogni, come non citare quello coronato da Raffaele Di Fusco. Lo storico 12° del Napoli di Maradona amava dilettarsi fuori dalla porta in allenamento così, complice l’emergenza infortuni, Ottavio Bianchi gli diede nel giugno ‘89 la soddisfazione di fargli fare uno scampolo di partita… da attaccante, subentrando ad Ascoli con il numero 16 sulle spalle.

Da un palo all’altro fino a 60 anni: il recordman dei portieri ora ha detto stop

Storie pazze da portiere, come pazza è stata tutta la carriera del giocatore italiano meno giovane in assoluto a scendere in campo in Serie A, che è poi anche il più anziano di sempre ad aver disputato una partita di Champions. E che tale rimarrà chissà per quanto.

Parlando di Marco Ballotta sarebbe anche inutile fare distinzioni di categoria, dal momento che la fine ufficiale della carriera forse… non è ancora arrivata. Scherzi a parte, lo scorso aprile l’ex estremo difensore di Parma, Inter e Lazio ha spento 60 candeline, appena… 16 anni dopo la sua ultima apparizione in Serie A, l’11 maggio 2008 con la Lazio, contro il Genoa.

Marco Ballotta con la maglia del Modena - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Marco Ballotta con la maglia del Modena – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Portiere, un po’ attaccante e oggi imprenditore: l’uomo dei record si è rifatto una vita

Quello è stato davvero l’ultimo capitolo della parabola infinita del portiere di Casalecchio, ma solo tra i professionisti, dal momento che negli anni successivi, e fino al 2021, il “nonno volante” si è divertito a dare qualche calcio al pallone tra i dilettanti. Come portiere moderno abile nel gioco con i piedi, ma anche da attaccante. La passione è sempre la stessa, quella che gli ha permesso di sfidare a 43 anni in Champions il Real Madrid, di accettare per anni il ruolo di secondo, salvo farsi trovare sempre pronto, che si giocasse per la salvezza o per lo scudetto.

Certo, tutto ha una fine, così Ballotta ha saputo reinventarsi una nuova vita. Anzi, due. Una nel calcio da presidente e preparatore dei portieri del Castelvetro, l’altra come imprenditore, avviando una start up di successo dedicata alle nuove tecnologie. Il settore? Fin troppo facile da indovinare: risorse energetiche. E come potrebbe essere altrimenti, dopo una percorso calcistico da vero highlander?