Ubriaco al volante, denunciata la stella della JUVE che ci prova: “Sono Iaquinta, anzi, Alex Del Piero” | Ma tutti sanno chi sia
Giocare per un grande club significa essere noti a tutti: quando il tentativo di “dribbling” diventa un autogol.
Chiuso un ciclo vincente, se ne riapre subito un altro. Il sogno più grande di ogni tifoso e di ogni dirigente di calcio è da sempre una chimera. Ad ogni latitudine e in ogni contesto, che si parli di cicli di successi di breve durata o di vere e proprie epopee.
Lo dice la storia. Dall’Inter di Herrera alla Juventus di Trapattoni, dal Milan di Sacchi e Capello alla Juventus di Lippi, fino all’Inter di Mourinho e Mancini e al novennato di scudetti dell’ultima Juventus, firmati da Conte, Allegri e Sarri. Cambiare qualcosa sul mercato da una stagione all’altra permette di allungare la competitività, ma non all’infinito.
Tutte le squadre di cui sopra, tra le più vincenti della storia del calcio non solo italiano, sono poi andate incontro a periodi più o meno lunghi di difficoltà e quindi di distanza dal vertice. Spendere cifre più o meno folli sul mercato non basta per “riattaccare la spina” nell’immediato e anzi rischia solo di creare aspettative fallaci.
Questo è lo scenario con cui stanno convivendo i tifosi della Juventus da ormai quattro anni. Da Pirlo all’Allegri-bis, fino alla nuova era firmata Thiago Motta, la costante è quella di ritrovarsi già fuori dal giro scudetto entro gennaio o poco dopo. Inaccettabile per un club così? Sì, ma solo sulla carta, così ai tifosi non resta che ricordare i bei tempi.
Dal trionfo in Champions alle finali perse: quando la Juventus dettava legge in Europa
Dal 1995 ad oggi tanti sono stati i campioni di caratura mondiale che hanno indossato la maglia bianconera. Fuoriclasse di ogni nazionalità, che gli allenatori sono poi riusciti ad assemblare nel modo migliore per dare vita a formazioni rimaste nella storia e capace di fare incetta di titoli in Italia e di sfiorare la gloria in Europa.
Una ventina di ragazzi la Champions League è pure riuscita a sollevarla, nel 1996, ed è inevitabile che quel gruppo sia rimasto impresso nella memoria dei sostenitori bianconeri. Dai campioni più celebrati a chi giocava poco, una selezione di “eroi” i cui volti sono conosciuti da tutti. Ma proprio da tutti, anche da chi non segue il calcio da vicino.
Di Del Piero ce n’è uno solo: lo scherzo dura poco, l’ex compagno sbugiardato davanti a tutti
Anche per questo suscitò clamore e simpatia quanto accaduto a David Trezeguet nel lontano 2010. L’epopea del bomber francese alla Juventus stava ormai per concludersi, ma un giorno il campione del mondo 1998 fu beccato dalla polizia in pieno centro a Torino. Trezeguet non si fermò all’alt e dopo un breve inseguimento scattò il classico “patente e documenti”.
Fu a questo punto che David provò il più inaspettato dei dribbling, che peraltro non appartenevano al suo repertorio tecnico. “Non potete chiudere un occhio?” la prima richiesta. Di fronte al diniego della polizia e al successivo rifiutato dell’etilometro Trezeguet si ritrovò senza patente e con l’auto sequestrata. Il peggio possibile? Non proprio perché il francese non aveva con sé neppure i documenti e pensò bene di presentarsi prima come Vincenzo Iaquinta, suo compagno nella Juve dell’epoca, e poi addirittura come Alex Del Piero. Esperimento fallito e oltre al danno la beffa della denuncia. Ecco il prezzo della notorietà, propria e dei compagni…