Violenza sessuale, carcere, e 1 milione di euro pagato per la libertà provvisoria | Il calciatore più titolato al mondo ha il passaporto bloccato
Dopo aver toccato il fondo si può solo risalire: la leggenda del calcio riparte da zero, ma il calvario non è ancora terminato.
“I used to rule the world”. Parole e musica di Chris Martin, ex frontman dei Coldplay, in uno dei pezzi più iconici della band britannica, “Viva la vida”. “”È la storia di un re che perde il suo regno” avrebbe poi detto Guy Berryman, il bassista del gruppo.
Insomma, una decadenza in piena regola, con riferimenti biblici e anche, seppur non confermati, alla Rivoluzione francese. Il brano risale al 2008, ma è estremamente attuale anche oggi. Tante infatti sono le vicende, non necessariamente legate alla politica e alla storia, in cui un re si viene a trovare senza trono.
Un dissesto economico determinato dai motivi più svariati o le conseguenze di una particolare e sfortunata congiuntura che fa sì che chi aveva il mondo tra le dita si ritrovi con in mano un pugno di mosche, ma anche l’obbligo di provare a ripartire. Magari dopo aver visto la propria reputazione crollare.
In fondo “Viva la vida” sembra essere stata scritta proprio su misura per un campione del calcio che gli scarpini li ha appesi al chiodo un paio di anni fa, ma che da quel momento non ha certo avuto il tempo per voltarsi indietro e riflettere sulle decine di coppe vinte e neppure sul patrimonio accumulato.
Il collezionista di Champions finisce in prigione: declino di una leggenda
Dai riferimenti biblici a quelli sulla Rivoluzione francese, fino al regno in frantumi. Tutto fa curiosamente pensare al percorso esistenziale vissuto da Dani Alves. L’ex giocatore di Barcellona e Juventus è noto per la propria religiosità ed ha anche vissuto una parentesi professionale al PSG, prima di finire travolto dal processo per violenza sessuale che, in attesa della sentenza definitiva, lo vede condannato a quattro anni e mezzo di reclusione, 14 mesi dei quali già scontati in prigione.
Eppure la notizia non è che il secondo giocatore più titolato al mondo, alle spalle del solo Leo Messi, e il secondo brasiliano meno giovane di sempre a giocare in un Mondiale, abbia toccato il fondo. Semmai il contrario, quella che Dani sia riuscito a ripartire inventandosi una nuova carriera da imprenditore.
Il campione si rifà una vita… senza passaporto
Come riporta ‘Fanpage.it’, infatti, a due mesi di distanza dall’uscita dal carcere di Brians 2, grazie al pagamento di una cauzione pari ad un milione valso la libertà provvisoria in attesa dell’appello, Alves risulta intestata presso il Registro delle Imprese la società OQP Sport & Management, con sede a Barcellona e un capitale di 30.000 euro. L’ex terzino ne è socio e amministratore unico e si occupa della gestione dei diritti d’immagine, di fornire consulenze e rappresentare gli interessi degli sportivi, dai contratti alle sponsorizzazioni. Niente male come ripartenza, ma non è tutto oro quello che luccica.
Già, perché per ottenere la libertà vigilata Alves non ha dovuto pagare “solo” la lauta cauzione di cui sopra, ma anche accettare altre due condizioni piuttosto umilianti per chi per oltre 20 anni ha girato il mondo ricoprendosi di gloria. Ad oggi, infatti, Dani è privo di passaporti, avendo dovuto consegnare quello spagnolo e quello brasiliano e si è anche dovuto sottoporre all’obbligo di comparizione settimanale in tribunale. Un declino che potrebbe conoscere la parola fine in via definitiva a inizio 2025 con l’appello, che in ogni caso non potrà cancellare l’incubo e l’onta degli ultimi 24 mesi.