“Le ho chiesto scusa”: l’ex fuoriclasse torna libero e vuole ricominciare | “Ricomincio portando le colazioni”
Ha deliziato i tifosi per anni, prima di precipitare in un tunnel: la nuova vita di un ex talento ora in pace con sé stesso.
Sbagliare è umano, ma la seconda possibilità non è per tutti. Perché c’è errore ed errore e non tutti gli scivoloni prevedono, a livello giuridico, ma non solo, che a una colpa anche già espiata e della quale ci si è pentiti pubblicamente possa essere seguita da un reinserimento nella vita sociale.
Il discorso sarebbe ampio e se ad essere coinvolti sono personaggi pubblici tutto rischia di venire ingigantito. Se si è stati idoli per milioni di persone, un attore che ha fatto emozionare al cinema o a teatro o uno sportivo sul cui modello sono cresciute generazioni di ragazzi, il margine di errore concesso è bassissimo.
Oneri e onori della vita di star dello spettacolo, perché questo sono oggi gli sportivi. Ricchi e famosi e per questo doppiamente chiamati a comportarsi in maniera virtuosa. Perché il rispetto delle leggi è un dovere di tutti e lo è due volte per chi con le proprie azioni può ispirare tanti ragazzi, che siano tifosi o aspiranti campioni che crescono in scuole calcio.
Le storie di campioni caduti in disgrazia anche per un solo, ma fatale, errore commesso nel pieno della carriera, sono purtroppo numerose. Del resto quando si raggiunge la notorietà e la ricchezza ci si può sentire invincibili e inattaccabili e non si pensa al rischio concreto di passare dal tutto al niente. Storie di tunnel fatti di vizi, dalla droga all’alcool al gioco d’azzardo, ma anche di condanne penali.
Dai top club alla prigione e ora la nuova vita: ascesa, declino e ripartenza di un campione
Poi c’è appunto il momento del pentimento, non sempre legato al fatto di vedere il proprio nome sui giornali o sul web non per un gol spettacolare o un trofeo vinto. Un pentimento sincero, frutto di un’amara riflessione sulle leggerezze o sui reati commessi e al fatto di doverli spesso giustificare di fronte alla propria famiglia e magari a dei figli. Questo è ciò che ha vissuto sulla propria pelle un ex campione della Serie A e della nazionale italiana.
Fabrizio Miccoli è un uomo libero da due anni. Nel 2022 l’ex attaccante di Juventus, Fiorentina e Palermo ha infatti ottenuto l’affidamento ai servizi social dopo aver scontato sei dei 30 mesi di prigione ai quali era stato condannato in via definitiva nel novembre 2021 per estorsione aggravata dal metodo mafioso. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Miccoli ha parlato della propria ripartenza e di quel tarlo che non smette di ronzagli in testa.
Il campione e quella macchia da cancellare: “Ho sbagliato e ho pagato”
I guai dell’ex attaccante sono iniziati nel 2013, quando a margine dell’avviso di garanzia per tentata estorsione furono pubblicate alcune intercettazioni telefoniche che lo riguardavano. Quella nel quale Miccoli definì “fango” Giovanni Falcone rappresenta una macchia che il tempo non potrà cancellare: “Ho sbagliato, ho pagato, ho chiesto scusa e ho messo un punto definitivo incontrando Maria Falcone” ha detto Miccoli.
La vita dell’ex capitano del Palermo è oggi quella di imprenditore nel settore turistico, che lo vede impegnato in prima persona nella gestione di alcuni B&B. “Sono io che a volte vado a fare i check in ai clienti, mi capita di andarli a prendere in aeroporto e di consegnare le colazioni” ha rivelato. Certo, l’amore per il calcio resta. Tornare nell’ambiente oggi appare un sogno lontano, così a tenere in vita i ricordi è la scuola calcio fondata nella sua Lecce. Il passato non torna, certi errori non si possono cancellare, ma la seconda chance è (quasi) per tutti.