56 morti per un calcio di rigore: dramma totale dopo una decisione dell’arbitro | Succede di tutto, sembra una guerra
Un’altra tragedia inaccettabile ammanta di lutto il calcio mondiale: tifosi inferociti, la polizia sbaglia ed è panico. Bilancio allucinante.
C’è chi lo idolatra, reputandolo l’invenzione più geniale della storia dello sport, e chi lo demonizza, ritenendo che il suo avvento abbia paradossalmente aumentato polemiche e discrezionalità degli arbitri centrali. In medio stat virtus? Non in questo caso, dal momento che il partito dei neutrali è poco frequentato…
Il soggetto è ovviamente il Var, che a otto anni dalla sua introduzione, almeno nel campionato italiano, è ancora lontano dal mettere tutti d’accordo. Tra protocolli di difficile interpretazione e episodi border line che vengono letti in maniera differente da una partita (e da un arbitro) all’altro, secondo molti appassionati ad oggi l’unico effetto certo dello strumento tecnologico è quello di aver fatto aumentare il tempo di recupero.
La verità, come detto, sta appunto in mezzo. Di errori sanati dalla tecnologia in quasi due lustri se ne sono visti tanti, così come di situazioni molto simili interpretate in maniera differente. Tutto è perfettibile, ma se un modo per spegnere del tutto le polemiche arbitrali non esiste, il primo obiettivo non può che essere quello di uniformare il ricorso alla tecnologia tra i vari campionati e le coppe.
Troppo spesso, infatti, capita di assistere a episodi simili sui quali in Europa si sorvola e che invece in Italia portano all’on-field review. Il tanto invocato Var a chiamata potrebbe non rappresentare la panacea di tutti i mali, fatto sta che chi ha il Var spesso lo critica, mentre nei tornei in cui non c’è viene invocato.
Il rigore è contestato e si scatena l’inferno: Apocalisse allo stadio
Anche quest’anno la Serie C italiana lo adotterà solo nella post season, playoff e gli eventuali play out, mentre sembra ancora lontano il D-Day per quanto riguarda la massima categoria dilettantistica. Quanto a una parte del resto del mondo i problemi principali da affrontare sono ancora altri, a partire dalla sicurezza negli stadi, mancante in ancora troppe parti, al punto da rendere possibili tragedie senza senso che si pensavano appartenere al passato.
L’ultimo dramma legato al calcio è avvenuto in Guinea. A scatenarlo è stato una concausa di eventi, nessuno dei quali accettabile nel 2024. Le proteste per qualche decisione arbitrale non condivisa da una tifoseria, lo scoppio degli incidenti, la reazione delle forze dell’ordine e la totale mancanza di sicurezza allo stadio. Un mix letale che ha prodotto un vero e proprio bollettino di guerra, con 56 morti accertati per un bilancio destinato a salire.
La tragedia dell’Heysel rivive 40 anni dopo: assurda carneficina per una partita di calcio
La tragedia è avvenuta a Nzenekore, la seconda città del paese, dove la finale di un torneo dedicato al presidente Mamadi Doumbouya tra la formazione locale e il Labé ha fatto rivivere agli appassionati di calcio l’incubo dell’Heysel, 40 anni dopo la carneficina che precedette la finale di Coppa Campioni tra Liverpool e Juventus. Le prime ricostruzioni riferiscono una decisione contestata dell’arbitro, che ha concesso un calcio di rigore dubbio ai padroni di casa, abbia scatenato la rabbia dei tifosi del Labé: prima il lancio in campo di pietre e altri oggetti pericolosi, poi l’invasione di campo.
Uno scenario che il servizio di sicurezza non ha saputo affrontare nel modo migliore, dal momento che il lancio di gas lacrimogeni ha fatto scoppiare l’inferno: i tifosi hanno provato a scappare dall’impianto e la calca ha causato la tragedia. Il paese è sotto shock quanto chi, dall’altra parte del mondo, è ancora costretto a leggere di cosa, nel 2024, possa provocare la concessione di un rigore contestato.