Kvara via a gennaio: altro che rinnovare, avrebbero già bonificato, cash irrinunciabile
Con Conte i tifosi sono tornati a sognare lo scudetto, ma i fantasmi del caso Osimhen si riaffacciano: l’addio del georgiano prende forma.
La chiamano “doppia doppia”, termine che il calcio ha mutuato da tempo dal basket. In entrambi gli sport il riferimento è al numero di assist e di gol, punti nel caso della pallacanestro. Andare in doppia cifra in entrambe le voci significa disputare partite di un certo spessore. Nella palla a spicchi l’obiettivo è raggiungibile dai più forti già all’interno dello stesso match. Nel calcio ovviamente no.
Anzi, anche riuscirci nell’arco di una stagione intera è tutt’altro che facile e comunque si tratta di un livello “sbloccabile” non da tutti. Difficile infatti che un centravanti serva più di 10 assist a stagione, così come solo pochi ed eletti trequartisti, i re dei passaggi vincenti, sono capaci di sfornare una decina di reti a campionato. Non restano che gli esterni, le ali di una volta, quei geni del dribbling capaci di vedere il gioco e la porta avversaria.
Khvicha Kvaratskhelia appartiene a quella che è ormai a tutti gli effetti una specie da proteggere. Il georgiano ha centrato la doppia doppia nella magica annata dello scudetto del Napoli: 12 gol e 13 assist, premio di miglior giocatore del campionato e riflettori dei top club europei puntati su un giocatore fatto apposta per infiammare i tifosi e accendere le aste.
Purtroppo, Kvara non si è più ripetuto su quei livelli. Impossibile farlo nella scorsa, disgraziata stagione dei campioni d’Italia in carica, qualcosa di più si è visto all’alba dell’era Conte. Al momento però l’unica doppia cifra che il georgiano sta per assicurarsi è quella meno gradita da un calciatore, ovvero quella relativa alle sostituzioni subite.
Napoli, Kvaratskhelia è un caso: tra mal di pancia e… sostituzioni
La nona in campionato, contro la Roma, ha fatto perdere la pazienza al numero 77, che ha scosso la testa facendosi anche sfiorare dalla possibilità di andare direttamente negli spogliatoi. Non è accaduto e in fondo si è trattato di una metafora di ciò che è successo nello scorso mercato estivo, quando il presidente De Laurentiis rifiutò una proposta da 110 milioni del PSG per il proprio gioiello, che avrebbe visto il proprio ingaggio passare a 13 milioni. Un salto di qualità enorme rispetto a quanto percepito adesso.
Il contratto di Kvara non è infatti più stato ritoccato dopo la cavalcata scudetto. Lo scatto a livello di stipendio, passato da 1,3 a 1,8, era quello già previsto al momento della firma nel 2022 e la scadenza è ancora fissata al 2026. Ovvio che il no di ADL al Paris abbia deluso il giocatore, che se ne sarebbe andato volentieri dopo Euro 2024, ma che potrebbe però ritrovarsi presto con il coltello dalla parte del manico, proprio alla luce della scadenza che si avvicina.
Kvara-De Laurentiis: è grande gelo sul rinnovo, tutti gli scenari possibili
Il muro contro muro è in essere dopo il no di Kvaratskhelia alla proposta da 6 milioni avanzata dal Napoli per firmare fino al 2029, risposta alla richiesta di 8 netti arrivata dal Napoli, che non sembra disposto a rilanci. Lo stallo è quindi totale e nel quadro si inserisce il braccio di ferro sulla clausola rescissoria: come sempre in questi casi la società la vuole alta, magari a tre cifre, lo staff del giocatore il più bassa possibile.
I fantasmi del caso Osimhen volteggiano a Castelvolturno e nel frattempo le big internazionali osservano e studiano le prossime mosse. Impossibile pensare che Kvara possa lasciare Napoli già a gennaio, con la squadra che vola e Conte irremovibile, il sogno di ADL è un “rinnovo ponte” propedeutico ad una cessione nell’estate 2026. Tempo al tempo, ma quella doppia doppia fa già malinconia.