Sinner scippato del premio: incredibile, il numero uno al mondo trattato come l’ultimo arrivato, tutta colpa del doping
Il 2024 dell’altoatesino si è chiuso trionfalmente, ma solo sul campo: il clamoroso sgarbo dell’ATP rovina le vacanze alla Volpe Rossa.
Quale futuro per il tennis italiano? Detta così, sembra una frase appartenente all’era paleozoica. O meglio a un passato che non è così lontano, ma che oggi sembra remoto. Quello in cui in Coppa Davis arrivavano solo delusioni per i colori azzurri e una promozione in Serie A dava già argomenti per festeggiare.
Ora è tutto ribaltato, da due anni siamo campioni del mondo e il 2024 ha pure regalato la ciliegina della doppietta uomini-donne, dal momento che prima del trionfo bis di Sinner e compagni a Malag c’è stato quello delle ragazze di Tathiana Garbin in Billie Jean King Cup. Considerando la giovane età di giocatori e giocatrici tutto fa pensare a un dominio duraturo.
Eppure, si sa, lo sport è infido e sa regalare sorprese negative quando meno ci se lo aspetta. Sedersi sugli allori è vietato, ma del resto è improbabile conoscendo lo spirito competitivo di giocatori come Sinner e Matteo Berrettini. Eppure un paio di minacce all’orizzonte sono ben visibili.
La prima riguarda il cambio di format e di location della prossima Coppa Davis, pronta a dire addio ai round robin e alla Spagna per trasferirsi in Cina. Forse troppo lontano per Sinner, che nel 2024 potrebbe decidere di privilegiare US Open a settembre e ATP Finals a novembre. Il tutto auspicando che il ‘caso Clostebol’ si risolva senza danni per la Volpe Rossa.
Campione di tutto, ma dimenticato dall’ATP: Sinner e le scorie del ‘caso Clostebol’
Con la stagione 2024 alle spalle è inevitabilmente salita l’ansia per il verdetto della Wada sulla spinosa vicenda doping che ha coinvolto il numero 1 del mondo. Con ogni probabilità Jannik difenderà il titolo degli Australian Open ancora senza conoscere la parola fine su una situazione fatalmente snervante. In questo senso, però, l’anno solare è destinato a chiudersi con una delusione del tutto inattesa e neppure troppo benaugurante.
La notizia a metà tra il sorprendente e l’assurdo è infatti che Sinner non è stato incluso in nessuna nomination per gli gli Atp Awards 2024. Sembra trattarsi di una barzelletta per chi ha vinto 73 partite su 79 e ben nove titoli, tra i quali due Slam e le Finals, oltre alla Davis, chiudendo l’anno con oltre 4000 punti di vantaggio sul secondo del ranking. Eppure è proprio così e il problema è che la beffa non riguarda solo Jannik.
ATP Awards: lo sgarbo a Sinner e la rinascita di Berrettini
Il nome di Sinner non compare tra i candidati per per lo Stefan Edberg Sportsmanship Award, premio assegnato a chi spicca per fair play, professionalità e integrità dentro e fuori dal campo e che vede in corsa Carlos Alcaraz, Grigor Dimitrov, Casper Ruud e Dominic Thiem. Detto che Jannik avrebbe meritato già solo per la mancata protesta per il clamoroso abbaglio della giudice di linea Aurélie Tourte costatogli l’eliminazione in semifinale a Montecarlo contro Tsitsipas è fin troppo facile ricollegare la scelta dell’ATP a “motivi di opportunità” legati proprio al caso doping.
Del tutto ignote, invece, le motivazioni del mancato inserimento dei coach di Sinner, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, al premio di Coach dell’anno. L’Italia deve così accontentarsi della nomination di Berrettini, in corsa insieme a Marin Cilic e Kei Nishokori per il Comeback Player of the Year, ovvero il “rientro dell’anno”. Una soddisfazione meritata per il romano, che punta ad un 2025 ancora migliore. E magari da numero 1 in Davis…