Roma, lo hanno già fatto fuori dopo 20 giorni | Dietrofront totale, nemmeno le lacrime lo hanno salvato: messo alla porta senza fronzoli, tifosi increduli
Neppure l’arrivo di Ranieri ha portato pace a Trigoria: deciso un nuovo allontamento, rapporto in frantumi dopo pochi giorni.
Quattro allenatori e un gran numero di professionisti facenti parte dei rispettivi staff. Non c’è che dire: se Dan e Ryan Friedkin fossero di stanza a Roma sarebbero stati testimoni oculari di un via vai incredibile e per certi versi anche inquietante nei corridoi di Trigoria.
Da José Mourinho a Ivan Juric passando per Daniele De Rossi, prima dell’era Ranieri appena iniziata. Tutti accompagnati da una robusta quantità di collaboratori, dei quali ovviamente non c’è più traccia dalle parti del centro “Bernardini”, a differenza di quanto valga per… il libro paga dei proprietari della Roma.
Il bilancio 2024 farà infatti registrare spese da capogiro alla voce “personale”, dal momento che gli sforzi fatti in estate per abbassare il monte ingaggi sul fronte giocatori sono state in parte vanificati propri dagli avvicendamenti vorticosi registratisi in panchina e che non hanno riguardato solo i mister.
Gli allenatori protagonisti di una “staffetta” mai vista in casa giallorossa non hanno portato sorrisi a tifosi e società, ma sono tuttora stipendiati dal club, al quale non resta che augurarsi che la cura Ranieri funzioni. Nessuno infatti vuole neppure pensare a mettere in discussione anche il tecnico testaccino, chiamato a riportare normalità, nonché a prendere decisioni non inerenti solo al campo.
Roma, arriva un altro esonero: la missione è fallita, cacciato dopo meno di un mese
La “testa” di Ivan Juric non è infatti l’ultima ad essere saltata in ordine cronologico a Trigoria. Anzi, pur essendo rimasto in carica soltanto per due mesi il tecnico croato può “consolarsi” pensando al fatto che c’è chi è durato meno. Anzi, molto meno, dal momento che l’ultimo giorno di novembre si concluderà la brevissima avventura alla Roma dello psicologo del club, assunto appena 20 giorni fa.
Tim Coates non ha infatti superato il… periodo di prova. L’inglese, in passato collaboratore del West Ham, era stato ingaggiato dalla Roma pochi giorni prima dell’esonero di Juric per provare ad aiutare il tecnico a “liberare” il gruppo dalla cappa di tensione e paure determinata dai cattivi risultati e da una contestazione che, di fatto, si protrae ininterrottamente da quasi un anno.
Il pianto è “fatale”: il nuovo corso è già finito
Portato da Mark Sertori, il nuovo Head of Performance con un lungo e prestigioso cv nel calcio inglese assunto dalla Roma a ottobre, Coates, messo sotto contratto fino al 2026, è stato sollevato dall’incarico, nonostante il club abbia apprezzato il lavoro svolto. Come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’ la decisione sarebbe stata avallata dallo stesso Ranieri, che si incaricherà in prima persona insieme al proprio staff di “lavorare” sulle menti dei giocatori.
Non è chiaro quanto sulla decisione finale abbia inciso la scena di Coates in lacrime in panchina al termine di Roma-Bologna, la partita fatale a Juric, nel pieno della contestazione dei tifosi. Non il massimo per uno psicologo, ma in realtà, e al netto del polverone social che ne è nato, non c’è una correlazione tra i due fatti. Improbabile anche che il rapporto tra la Roma e Sertori si possa incrinare nonostante la bocciatura del professionista portato dal nuovo preparatore. A tifosi e società non resta che augurarsi che quello di Coates sia stato l’ultimo esonero della stagione…