“No, con la Nazionale non ci gioco”: ha rifiutato la chiamata azzurra | Spalletti lo ha perso per sempre
La nuova Italia fa ben sperare per il futuro, ma il ct deve incassare una delusione inattesa: dopo il lungo corteggiamento il big dice no.
Farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Poche parole diventate ormai uno slogan e che in sostanza rappresentano il sogno di tutti gli esseri umani. Che si parli di lavoro o di vicende private, un pizzico di fortuna è un requisito fondamentale per fare strada e raccogliere soddisfazioni, in ogni settore.
Il requisito fondamentale è ritrovarsi tra le mani un’occasione professionale irrinunciabile in un momento ideale dal punto di vista personale. Dal punto di vista sportivo, e calcistico in particolare, per rendere effettivo questo scenario di fortuna ne serve in realtà molta di più, perché trattandosi di carriere dalla durata piuttosto breve non è facile che l’apice della propria parabola coincida con quella della squadra nella quale si approda.
Insomma, aiutati che… il mercato ti aiuta, sperando che la salute non manchi. Se le cose non vanno ci si può sempre riprovare, nella speranza di non perdere l’ispirazione. Se invece il matrimonio funziona si può anche sperare di fare la storia, o comunque di mettere insieme prestazioni di spessore a tal punto da meritarsi la chiamata della propria nazionale. Già, ma quale nazionale?
Una delle frontiere del calcio moderno è quella che mette di fronte i calciatori di talento alla scelta di quale selezione rappresentare. Merito o… “colpa” del melting pot delle proprie origini e di tutto quello che ne consegue. Giocare per il paese in cui si è nati o per quello dei propri genitori? E farsi ispirare dal cuore o da meri motivi di opportunità, magari legati alla concorrenza?
Italia, un oriundo… tira l’altro: Spalletti tra speranze e delusioni
Nella storia recente della nazionale italiana gli oriundi sono stati tanti e anche vincenti. Da Camoranesi a Jorginho, la speranza è che alla lista si aggiunga a breve Mateo Retegui. In questo senso gli “007” federali hanno già messo nel mirino un altro talento azzurrabile, quel Rayan Cherki che non ha ancora deciso se giocare per Francia, Algeria o Italia, in virtù delle origini baresi dei nonni. La speranza del ct è che il giocatore del Lione non faccia la stessa scelta di un protagonista della Serie A attuale, lui sì azzurro mancato.
Chi al posto giusto al momento giusto ci si è trovato la scorsa stagione è stato Matias Soulé. L’argentino pescato dalla Juventus a 17 anni nel Velez Sarsfield si è imposto nel prestito al Frosinone, pur retrocedendo in B con i ciociari. La chiamata della Roma è stata una conseguenza: i giallorossi hanno investito quasi 30 milioni per il suo cartellino e ora ne attendono l’esplosione, che in tutti i casi non farà la felicità di Spalletti.
“Italia? No, grazie”: la stella della Serie A snobba gli Azzurri
Già nel settembre 2023, infatti, quindi quando la stagione del Frosinone era agli inizi, Soulé mise in chiaro di non voler attendere l’eventuale chiamata dell’Italia, pur avendo i requisiti per rispondervi in virtù delle origini della madre. “Sono argentino, sono nato lì e il cuore mi dice sempre Argentina. Sto aspettando la loro chiamata, ma ringrazio Spalletti” tagliò corto Soulé. Oltre un anno dopo quella scelta è ancora… revocabile, dal momento che il ct dell’Argentina Scaloni non ha fatto esordire Matias.
Di convocazioni ce ne sono state diverse, addirittura fin dai tempi della Next Gen della Juventus e Soulé è anche andato vicino a entrare tra i convocati per il Mondiale 2022 in Qatar, poi vinto proprio dall’Argentina. Non se ne fece nulla e l’esordio con la Seleccion dei grandi, dopo aver indossato la maglia albiceleste nelle selezioni giovanili, continua a farsi attendere. Matias però non sembra volerci ripensare e del resto è solo questione di tempo. Presto o tardi, dipenderà anche dalle sorti della Roma, il ragazzo di Mar del Plata sarà al posto giusto al momento giusto. Che non sarà colorato di azzurro.