“Ci segua per favore”: Roberto Baggio convocato dalla Guardia di Finanza | Voragine da 7 miliardi
L’ex Divin Codino è ancora l’idolo di milioni di tifosi. L’addio al mondo del calcio è datato, ma il suo nome è tornato a riempire le cronache.
Poco attivo sui social, ma sempre presente quando si tratta di omaggiare vecchi amici, attraverso ricordi struggenti, dolci rimpatriate o foto ricordo in grado di riaccendere la nostalgia di tifosi e appassionati del calcio di una volta. Questo è Roberto Baggio dopo l’addio al calcio.
Sono trascorsi ormai 20 anni da quel Milan-Brescia che ha fatto la storia della Serie A. Il popolo rossonero era in festa per l’ultima giornata dell’unico campionato vinto dal Diavolo targato Carlo Ancelotti in panchina, ma per gli amanti dello sport più popolare al mondo quel 16 maggio non poteva essere un giorno di celebrazioni, proprio in quanto l’ultimo del Divin Codino giocatore.
Leggere le formazioni di quella sfida serve anche ad acuire i rimpianti verso ciò che era il calcio italiano quattro lustri fa. Non solo i freschi campioni d’Italia, ma anche l’avversaria di giornata, una provinciale piena di nomi illustri e che stava vivendo il momento più alto della propria storia. Altri tempi, altro calcio e del resto “Non è più domenica da quando non gioca più Baggio”.
La citazione virgolettata appartiene a Valentina, la figlia di Roby, autrice di una dedica commovente e quanto mai significativa. Neppure colei che avrebbe dovuto gioire di più per quel ritiro, potendosi godere ogni giorno il papà in casa, non ha potuto evitare di constatare quanto il pallone sia più povero senza le pennellate di Baggio.
Roberto Baggio, dalle magie sul campo all’addio al mondo del calcio
Dopo aver smesso di illuminare i campi il 10 più amato e trasversale d’Italia ha cercato di restare nell’ambiente provando la carriera da allenatore e poi come responsabile del centro tecnico di Coverciano. Esperienze brevi che non hanno avuto seguito, così oggi del pallone Roby è solo uno spettatore, autorevole e competente, ma lontano dai cliché dell’opinionista-medio.
Purtroppo negli ultimi tempi il suo silenzio social è stato interrotto da due tristi addii, quelli degli ex compagni alla Juventus e in nazionale Luca Vialli e Totò Schillaci, ma anche dalla rimpatriata a Brescia con Pep Guardiola e Luca Toni. Sulla sfera privata Baggio è sempre parco di foto e contributi, la riservatezza resta un tratto distintivo del carattere, turbato solo da una vicenda personale che ha avuto contorni quasi drammatici e che l’ha riportato sulle prime pagine dei giornali, non per vicende sportive.
Baggio e l’incubo truffa: l’ammontare è sconvolgente
Era l’inverno 1997 quando Roberto Baggio entrò nella caserma delle Fiamme Gialle di Forlì, accompagnato dal suo storico manager Vittorio Petrone. La convocazione era arrivata per fare chiarezza su una truffa che l’allora attaccante del Milan aveva subito e che ammontava a ben 7 miliardi delle allora lire. La notizia fu riportata da ‘La Gazzetta dello Sport’. Una coppia di falsi banchieri genovesi prometteva facili guadagni investendo in miniere nel Perù, ma si trattava appunto di una truffa, che vide tra le vittime inconsapevoli proprio Baggio, chiamato in quel giorno di febbraio a dare la propria versione dei fatti.
Fu quella una stagione amara per Baggio, che si sarebbe poi clamorosamente rilanciato al Bologna fino a meritarsi la chiamata per il Mondiale ’98. Quel che è certo è che quelli erano davvero altri tempi. Oggi una notizia così clamorosa e ai danni di un personaggio così famoso sarebbe finita subito in pasto ai social, con tutto il carico di dietrologie del caso. Ma era un altro calcio e un’altra società, che non tornano più…