Altro che sport, li hanno presi tutti a manganellate: incredibile, un intero staff aggredito | Violenze inaudite, tra i feriti c’è anche lui
La cronaca nera torna a invadere il mondo del calcio: allenatore e collaboratori se la vedono brutta, momenti di terrore per l’ex portiere.
Una sosta per le nazionali al mese nel primo trimestre della stagione 2024-’25. Non che si tratti di una novità, dal momento che gli stop ai campionati sono ormai scadenzati in date fisse da anni. Fatto sta che quest’anno le pause hanno fatto più male del solito.
Gli infortuni in sequenza che hanno coinvolto in buona parte big del calcio internazionale o comunque punti di forza di top club hanno rinnovato la discussione mai sopita circa il rischio troppo elevato per le società di perdere per lungo tempo tesserati lautamente pagati, andati ko con la maglia della propria selezione.
Il tutto è stato acuito dalla presenza della Nations League, competizione che non ha mai raccolto particolari consensi presso gli allenatori di club. Le nuove date studiate dalla Uefa, volte a liberare i giocatori già al termine della prima settimana senza campionato, non sono bastate a spegnere le polemiche.
A infiammare il dibattito sono infatti gli impegni extra-europei, con conseguente rientro dei giocatori a ridosso della ripresa del campionato. Dal Sud America all’Africa, ogni viaggio contiene ormai fattori di rischio. Per le articolazioni dei giocatori, ma in qualche caso addirittura per la loro sopravvivenza.
Aggressione a tradimento: la nazionale sprofonda nell’incubo
Il campionario degli orrori dall’Africa si è infatti aggiornato anche durante la sosta di novembre. E ancora una volta la location dell’incubo è stata la Libia. Un mese dopo l’odissea vissuta dalla nazionale nigeriana, i cui giocatori si sono rifiutati di scendere in campo a Tripoli dopo essere stati sequestrati in aeroporto al loro arrivo, un dramma peggiore è toccato alla nazionale del Benin.
Come riporta ‘La Gazzetta dello Sport’ al termine della sfida tra le due nazionali, valevole per le qualificazioni alla Coppa d’Africa 2025 e giocatasi proprio a Tripoli, le forze dell’ordine avrebbero preso a manganellate alcuni membri dello staff ospite. “Per tutta la partita il pubblico ci ha minacciato. Abbiamo ricevuto colpi di manganello dalla polizia” la denuncia a ‘Bip Radio’ del centrocampista Jodel Dossou. Va da sé come la festa per la qualificazione ottenuta alla fase finale della Coppa d’Africa sia passata in secondo piano per tutta la delegazione, che comprende anche un po’ d’Italia.
Ferite alla testa, la grande paura dell’ex portiere di Serie A
Tra i contusi dell’aggressione c’è infatti anche Enrico Pionetti, ex portiere di Serie A e B, preparatore degli estremi difensori del Benin, colpito alla testa. Feriti anche il c.t. tedesco Gernot Rohr, al braccio sinistro, e due membri dello staff di nazionalità tunisina. “Il calcio non è più uno sport in Libia, è diventato uno scenario di ostilità sistematica nei confronti delle squadre ospiti” la dura reazione della stampa del Benin.
Classe ’55, Pionetti ha giocato negli anni ’80, tra le altre, per Sampdoria, Cremonese e Lecce, ottenendo con i salentini la prima, storica promozione del club in Serie A nel 1985. Come preparatore dei portieri l’ex estremo difensore nativo di Parma vanta ormai una lunga esperienza in Africa. Prima di approdare in Benin, infatti, aveva lavorato per la Nigeria, partecipando con le Super Aquile al Mondiale di Russia 2018, nel quale figurò come unico italiano vista la mancata qualificazione della nazionale azzurra.