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Clamoroso, Sinner è solo all’8%: i dati parlano chiaro, non si può più nascondere | Ora dipende tutto da lui

Jannik Sinner - Instagram janniksin - Ilgiornaledellosport.net
Jannik Sinner – Instagram janniksin – Ilgiornaledellosport.net

L’anno solare che ha proiettato l’altoatesino al vertice del tennis mondiale è al crepuscolo, ma spunta una statistica sconvolgente.

Chi sono i Big Four della storia del tennis? Domanda fin troppo facile, anche per chi di palline e racchette non è esperto. Un aiuto? Ok, la loro era si sta per chiudere, con un ultimo superstite che non ha ancora intenzione di abdicare, ma che da qualche tempo deve fare i conti con gli acciacchi dell’età.

Stiamo ovviamente parlando di Roger Federer, Rafael Nadal, Andy Murray e Novak Djokovic, in rigoroso ordine di anagrafe. I loro successi hanno segnato un’epoca irripetibile nella storia del tennis, con lo scozzese che è di fatto un “aggregato”, costretto ad accontentarsi delle briciole lasciate dai tre “tiranni”.

L’era dei Millennials è però ormai iniziata e il 2024 è stato l’anno del definitivo passaggio di consegne, con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz a spartirsi equamente i quattro Major. Il ranking ATP dice però altro, sancendo il primato dell’altoatesino con un vantaggio abissale sulla concorrenza.

Ecco allora che, dopo la devastante prova di forza data da Sinner alle Finals, i Big Four si sono… sdoppiati. No, il riferimento non è allo stesso Alcaraz, arrivato a Torino in precarie condizioni di forma, o quantomeno non solo al murciano. Neppure al redivivo Zverev e a Taylor Fritz, altro millennial che studia da fenomeno, ma costretto a sbattere la faccia per due volte contro super Jannik.

Sinner e un 2024 da fantascienza: solo in tre sono riusciti a batterlo

I “nuovi” Magnifici Quattro sono altri, perché non possono essere considerati che veri e propri super eroi gli appena quattro giocatori che nell’anno solare sono stati in grado di battere Sinner. Il conto è presto fatto. Jannik ha perso appena sei partite sulle 76 giocate prima della Davis e con 70 vittorie ha fissato il miglior risultato dal 2016, quando Murray arrivò a 78. Tre di questi ko glieli ha inflitti Alcaraz, a Indian Wells, al Roland Garros e a Pechino. Gli altri sono arrivati contro Tsitsipas a Montecarlo, Medvedev a Wimbledon e Rublev a Montreal.

Fatta eccezione per Carlitos e, in parte, per Medvedev, non si sta parlando di giocatori da top 5 e in effetti si tratta di due sconfitte particolari. Rocambolesca dal punto di vista arbitrale quella contro il greco, frutto della stanchezza e di una condizione non ideale quella contro il russo in Canada. Sei, piccole macchie in un quadro quasi perfetto, ma sufficienti per rovinare una percentuale da paura…

John McEnroe - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
John McEnroe – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Sinner e la statistica-choc: quell’8% che sconvolge i tifosi

Già, perché i sensazionali numeri del 2024 di Sinner hanno collocato l’altoatesino su una percentuale di successi pari al 92,10%. Numeri spaziali, ma non troppo, perché nella storia ci sono ben sei leggende che sono riuscite a fare meglio. Due di queste sono (ovviamente) Federer e Djokovic, che nel 2005 e nel 2015 si fermarono rispettivamente a 92,5% e 93,18%, dopo aver superato entrambi l’incredibile soglia delle 80 partite vinte in stagione.

Lo svizzero e il serbo occupano però “soltanto” il terzo e il quinto posto di questa speciale classifica, dominata dal pazzesco 1984 di John McEnroe, capace di vincere 82 partite perdendone tre per una percentuale di successi del 96,47%. A seguire il 1974 di Jimmy Connors (93-3). Quarto posto per Bjorn Borg (93,33% nel 1979) e sesto per Ivan Lendl, che con il 92,17% del 1982 precede di un soffio Jannik. Sinner ha già fatto capire di non inseguire numeri e record, puntando solo a restare concentrato sul campo per continuare a migliorare. Tutto però fa pensare che lavorare su quell’8% sia possibile. Perché il 100% è (forse) inumano anche per la Volpe Rossa, ma un posto sul podio dei più vincenti sembra alla portata.