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“Il campo è infestato”: qui i fenomeni sono… paranormali | Per il tecnico è tutta colpa del cimitero

Campo calcio - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Campo calcio – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Chi lo dice che se una squadra perde la colpa debba essere dell’allenatore? Sconfitte e infortuni in serie: la motivazione è… spiritica.

I presidenti mangia-allenatori? Sono passati di moda. C’era una volta il calcio italiano delle panchine che saltavano come tappi di spumante, in notevole anticipo rispetto… alla fine dell’anno solare. Da qualche anno le dinamiche sono cambiate.

In Serie A come in B i padroni del vapore calcistico si sono fatti più pazienti. I motivi possono essere molteplici. Da un generale abbassamento dei valori tecnici, che rende sportivamente meno drammatica e più rimediabile una serie di risultati negativi, a mere considerazioni economiche.

La pandemia ha infatti assestato un colpo durissimo ai bilanci di buona parte dei club italiani. Si aggiunga il fatto che è ormai tradizione per un allenatore farsi accompagnare da uno staff di collaboratori che può sfiorare anche la doppia ed ecco spiegato perché la prudenza in fatto di esoneri da qualche tempo non è mai troppa.

Certo, ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola. In questo caso non stiamo parlando di Massimo Cellino, l’unico presidente ancora in sella tra quelli storicamente dall’esonero facile, ma da qualche tempo… folgorato sulla via della pazienza, bensì della Roma.

Inghilterra, l’isola (quasi) felice degli allenatori

Il club giallorosso di allenatori ne ha cambiati ben quattro in meno di un anno solare. Mourinho, De Rossi, Juric e Ranieri, tutto da metà gennaio a metà novembre. Possibile che la colpa per i risultati negativi fosse sempre e solo dei mister? Ad altre latitudini questa domanda non è affatto retorica. Anzi, se ci sono da trovare cause al cattivo rendimento la fantasia proprio non manca.

L’esempio più calzante e clamoroso arriva dall’Inghilterra. Da quelle parti cacciare un allenatore non è mai stato frequente come in Italia e il recente caso del Manchester United lo conferma. Anzi, in casa di una nobile decaduta come lo Swindon Town ci si è convinti che i problemi legati ai risultati che non arrivano non dipendano affatto dal manico…

Swindon Town - Instagram officialstfc - Ilgiornaledellosport.net
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La squadra perde? Colpa… degli spiriti

Il club del Wiltshire milita in Football League Two, la quarta serie del calcio inglese. Il passato glorioso, quello del successo in League Cup contro l’Arsenal nel ’69, è alle spalle e anzi l’attualità parla di una classifica preoccupante. A nulla è servito cambiare allenatore a fine ottobre con Ian Holloway subentrato a Mark Kennedy. Il nuovo mister sta inanellando sconfitte su sconfitte, ma sembra averne capito la ragione…

“Cercherò di ripulire l’area del campo di allenamento perché la gente mi dice che è infestata. Non sto scherzando” le parole-shock pronunciate da Holloway in conferenza stampa. Nel dettaglio, i problemi riguarderebbero il fatto che la squadra si allena nei pressi di un antico luogo di sepoltura. A questo Holloway avrebbe ricollegato i risultati negativi e i tanti infortuni recenti, ultimo quello del capitano Ollie Clarke. Già individuata anche la potenziale soluzione: Holloway ha convocato la moglie, che sarà incaricata di compiere un rituale con la salvia per ripulire la zona e “chiedere scusa agli spiriti”. E se dovesse funzionare chissà che per la signora non si trovi un posto in panchina…