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“Potrei, ma non ha senso”: la dura ammissione che scuote il mondo dello sport | Addio a un passo

Pubblico - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Pubblico – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

La fine dell’anno solare si avvicina e con essa il congedo di una leggenda del mondo dello sport: le parole che commuovono i tifosi.

C’è un tempo per iniziare a vincere, per prenderci gusto e magari riuscire a dominare, se una serie di condizioni permettono di farlo, e uno per capire che la parabola discendente è iniziata. Tutto questo è la vita di uno sportivo professionista di alto livello. Peccato che essa comprenda un ulteriore, doloroso step.

Come diceva un celebre allenatore, “il calcio è uno sport fantastico fino al sabato. Peccato che poi c’è la partita”. Allargando il raggio, la parabola di un campione può essere meravigliosa, al netto di qualche, inevitabile sconfitta. I ko fanno male, ma mai quanto il momento che nessuno vorrebbe mai vivere: quello del ritiro.

Né l’atleta in questione, né i suoi tifosi sono davvero mai pronti per vivere uno strappo così doloroso. Nel primo caso si tratta di una trasformazione radicale dell’esistenza: dopo una ventina d’anni di allenamenti e sacrifici, appendere al chiodo il proprio strumento di lavoro (e ricchezza) vuol dire iniziare una nuova vita.

La “vera” vita”, che può prendere davvero il via a 40 anni o giù di lì sviluppandosi all’interno dello stesso ambiente o, se proprio il dolore di vivere lo sport più amato dall’altra parte della barricata è insopprimibile, reinventandosi un altro mestiere. Un privilegio che invece non hanno i tifosi, “costretti” a continuare ad andare allo stadio o al palazzetto senza più vedere in campo il proprio idolo.

La leggenda non cambia idea: tutto deciso, l’addio è imminente

La conferma che il momento di dire basta sia davvero il più difficile per uno sportivo viene dal fatto che spesso i ritiri sono… più di uno. L’elenco di campioni che hanno detto basta salvo poi rinnegare tutto e regalarsi un’ultima passerella, quasi mai di successo, è lunghissimo. A questa schiera però non sembra appartenere una delle leggende dello sport contemporaneo, la cui data dell’ultimo ballo è scritta da mesi.

Rafael Nadal sta per raggiungere l’amico Roger Federer e Andy Murray nell’olimpo degli ex tennisti. Già, tre dei Big Four hanno detto addio all’amata racchetta o stanno per farlo, due dei quali nel 2024. Il maiorchino saluterà tutti durante le Finals di Coppa Davis, con l’obiettivo, o meglio il sogno, di alzare la sesta Insalatiera della carriera. Ma anche con il rischio di farlo da non giocatore.

Rafael Nadal - Instagram rafaelnadal - Ilgiornaledellosport.net
Rafael Nadal – Instagram rafaelnadal – Ilgiornaledellosport.net

Nadal all’ultimo ballo: la rivelazione dopo l’annuncio del ritiro

Alla vigilia del quarto di finale contro l’Olanda, infatti, Nadal ha provato a distogliere l’attenzione da sé stesso per parlare della missione che attende la squadra, quella di impedire il bis alla corazzata Italia guidata da Jannik Sinner: “Dobbiamo concentrarci sulla competizione e sul fare il meglio per la squadra. Il mio finale? Non ci penso, quelle sono cose da Hollywood” ha tagliato corto Rafa.

Sarà, ma ricordando le sue lacrime nel giorno dell’addio di Federer sarà difficile pensare che nessuno piangerà durante the last dance di Nadal, compreso l’allievo prediletto Carlos Alcaraz. “Non so quale sarà il mio livello, sono a disposizione del capitano” ha aggiunto Nadal non sciogliendo i dubbi sulla sua reale presenza in campo. Dubbi non ce ne sono invece sul fatto che il 2025 non vedrà Rafa presente in nessuna entry list: “Potrei giocare un anno in più per dire addio ai tornei più importanti della mia carriera, ma per me continuare a partecipare e basta non ha senso”. Campione fino in fondo. Anche di lucidità.