Colpito alla testa: l’hanno ridotto a una maschera di sangue | Choc in campo, scandalo mondiale
Ancora violenza a macchiare uno spettacolo calcistico: l’agguato lascia tutti a bocca aperta. Tragedia sfiorata senza un perché.
L’ondata di violenza che sta coinvolgendo il calcio internazionale non accenna a placarsi. Dall’Italia alla Turchia, passando per il Sud America, gli stadi sono tornati ad essere un porto tutt’altro che sicuro nel quale attraccare per trascorrere un’ora e mezzo in serenità.
Che si tratti di derby o di sfide tra squadre le cui tifoserie sono divise da un’accesa rivalità, le disposizioni preventive delle forze dell’ordine e i controlli capillari attuati sugli spettatori prima dell’ingresso si stanno rilevando troppe volte insufficienti per scongiurare momenti di tensione.
Sempre più spesso, purtroppo, i disordini sono determinati da reazioni inattese e del tutto ingiustificabili a decisioni arbitrali avverse alla squadra i cui tifosi non riescono a prendere atto dell’insuccesso dei propri beniamini e ad accettare l’idea della sconfitta, anche in una partita molto importante per gli equilibri della stagione.
Leggermente meno frequente è che gli incidenti facciano da contorno alle sfide tra nazionali, ma in un passato non troppo lontano si ricordano anche gravi episodi in contesti di questo tipo: si pensi a Italia-Serbia del 2010 a Genova o al più recente Brasile-Argentina.
Aggressione in piena regola: sangue in diretta tv, paura per l’allenatore
Il conteggio degli episodi deplorevoli a margine di sfide tra nazionali si è aggiornato durante la sosta di novembre dei campionati, caratterizzata da una vera e propria, terrificante galleria di immagini all’insegna del sangue, in grado di fare il giro del mondo avendo coinvolto un protagonista diretto della partita, vittima del tutto inattesa e innocente.
Al termine del match tra Honduras e Messico, valido come gara d’andata dei quarti di finale della Concacaf Nations League, disputata allo stadio Francisco Morazan di San Pedro Sula, il ct del Messico Javier Aguirre è stato infatti colpito da una lattina di birra lanciata dagli spalti. La gara è terminata sul punteggio di 2-0 per i padroni di casa e nulla lasciava presagire simili comportamenti da parte dei tifosi honduregni.
Le immagini choc fanno il giro del mondo, ma il mister stupisce tutti: “Non è successo niente”
Aguirre è stato colpito e ferito mentre si stava avvicinando al ct avversario Reinaldo Rueda per stringergli la mano e congratularsi per il successo. Un contesto davvero paradossale, ma quanto accaduto non ha inficiato il fair play dell’esperto allenatore, che ha saputo mantenere un invidiabile sangue freddo anche mentre il sangue aveva iniziato a scorrere copioso dal suo viso, con i medici di entrambe le nazionali prontamente intervenuti per soccorrerlo.
Aguirre, 68 anni da compiere il 1° dicembre, al terzo mandato come ct della Tricolor e con alle spalle una lunga esperienza in Liga sulle panchine, tra le altre, di Atletico Madrid e Maiorca, si è limitato a sollevare ironicamente il pollice rivolto all’autore del lancio della lattina. “Non sono uno che si lamenta, non è successo niente” il suo commento in sala stampa. Sconfortato invece il collega Rueda: “Sono dispiaciuto per quanto è successo. Chiedo scusa al popolo messicano” il commento del ct dell’Honduras.