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Agguato fuori dallo stadio: choc mondiale, scorre sangue, due morti dopo l’imboscata | La ricostruzione fa ancor più paura adesso

Polizia - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Polizia – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Si continua a perdere la vita dopo aver assistito ad una partita: i dettagli da brividi dell’ultima, assurda tragedia legata al calcio.

Una partita di calcio, due tifoserie rivali che si sfidano a colpi di sfottò fuori e dentro lo stadio. Coreografie colorate e spettacolari e sul campo una sfida dai contenuti agonistici elevati, ma senza mai che a farla da padrona sia la violenza.

È questo lo scenario “ideale” per i derby e in generale per le sfide di maggior richiamo dal punto di vista tecnico e della rivalità tra le tifoserie. Ad ogni latitudine e a prescindere dal livello della partita. Perché la contrapposizione è il sale del calcio, in particolare se si parla di sfide tra squadre della stessa città. Che si giochi in Champions, in Serie A o in Eccellenza.

Tuttavia troppo spesso questo scenario è appunto solo ideale. Quando non diventa vera utopia. Se il clima attorno a un match è teso già da settimane prima che la partita si disputi, è quasi scritto che disordini più o meno gravi, all’esterno o all’interno dell’impianto, faranno da assurdo corollario al fatto tecnico.

Quando poi di mezzo non c’è la rivalità tra club, lo sfondo degli incidenti tra le tifoserie è legato con inquietante frequenza al mondo della malavita. Storie di regolamenti di conti e traffico di stupefacenti si accompagnano in più di qualche caso a vere e proprie tragedie che vedono nel calcio un amaro pretesto.

Terribile esecuzione al termine della partita: calcio mondiale sotto shock

Una realtà, questa, frequente in particolare in Sud America, da dove ancora una volta il mondo del pallone si intreccia alla cronaca nera. Dopo il macabro lancio di una testa di maiale in campo durante Corinthians-Palmeiras, derby di San Paolo sempre molto (troppo) sentito, dall’Argentina arriva la notizia dell’uccisione di due tifosi appartenenti agli ultras del Rosario Central.

La tragedia, come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’, è avvenuta poco lontano dallo stadio Gigante de Arroyito di Rosario a margine della sfida contro il San Lorenzo, vinta 1-0 dagli ospiti. La partita ed il suo esito sono però passati in secondo piano dal momento che i tafferugli tra le due tifoserie hanno portato a un regolamento di conti conclusosi con colpi di pistola e due morti.

Stadio Rosario Central - Instagram rosariocentral - Ilgiornaledellosport.net
Stadio Rosario Central – Instagram rosariocentral – Ilgiornaledellosport.net

Tragedia fuori dallo stadio: la ricostruzione della polizia è da brividi

Le vittime, come svelato dalla stampa locale, sono Andres “Pillin” Bracamonte e Daniel “Rana” Atardo, ovvero il capo e il suo vice della cosiddetta “barra bravas”, gruppi di ultras violenti legati al mondo della mafia. Raccapriccianti i dettagli di quella che sembra essere stata una vera e propria esecuzione. I due sarebbero infatti caduti in un’imboscata: a bordo di un pick-up bianco Bracamonte e Atardo sono stati affiancati da una moto, da dove sarebbero partiti gli spari.

Le indagini della polizia, iniziate subito dopo la tragedia, hanno rivelato come Bracamonte fosse già stato oggetto addirittura di una trentina di tentativi di omicidio durante la propria vita da ultras, l’ultimo nell’agosto scorso. I possibili moventi, secondo quanto riporato da ‘Fanpage.it, sarebbero legati a presunti rapporti della vittima con famiglie di mafiosi, oltre che al passato da pregiudicato di Bracamonte, che negli anni scorsi era finito sotto processo con le accuse di estorsione, associazione a delinquere e riciclaggio.