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Motta lo ammette: ecco che cosa ci manca | Dopo il Lille è venuto tutto fuori, non si può più nascondere

Thiago Motta - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Thiago Motta – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

La crescita della nuova Juventus continua anche in Europa, ma il nervosismo aumenta: l’allenatore si sfoga, spunta un sassolino inatteso.

La nuova Champions League è una “belva” difficile da ammansire. Per… grandi e piccini. Al giro di boa della prima edizione della League Phase, la maxi-classifica presenta infatti diverse sorprese. Non tanto alla voce outsiders alla ribalta, quanto da quella top club in crisi.

Del resto era quasi tutto prevedibile alla vigilia. Un conto, per chi punta a vincere il torneo, è ragionare nell’ottica di sei partite, almeno la metà delle quali contro avversarie alla portata, un altro su otto gare spalmate in tre mesi che comprendono almeno un paio di potenziali incroci da sballo, potenziali semifinali.

Accade così che il Real Madrid cada due volte in 360 minuti e che il Manchester City crolli sotto i colpi dello Sporting. Il tutto senza considerare la variabile sorteggio. Ci saranno anche da affrontare due squadre per fascia, ma le urne si sono dimostrate particolarmente eterogenee. E a farne le spese, almeno tra le italiane, sono state Juventus e Bologna.

Un conto è affrontare dalla terza fascia lo Young Boys, un altro il Lille, o vedersela dalla quarta con Aston Villa, Stoccarda e Monaco oppure con Sturm Graz e Slovan Bratislava. Thiago Motta e la sua ex squadra non sono stati fortunati. La Juventus, in particolare, sta scontando sul campo contro avversari di valore i propri difetti di crescita, inevitabili all’alba di un nuovo ciclo non solo tecnico.

Juventus, a Lille un’altra notte da incompiuta

La conferma è arrivata dopo il pareggio di Lille. Per la terza partita consecutiva in Champions i bianconeri si sono ritrovati a inseguire, raccogliendo il terzo risultato diverso. Dopo la rimonta completa contro il Lipsia e il ko contro lo Stoccarda è arrivato il pari in terra francese. Un risultato solo discreto a livello di classifica, in vista delle imminenti montagne da scalare, appagante con riserva come prestazione.

Per la prima volta in campo europeo in questa stagione la Juventus si è trovata di fronte un avversario che l’ha aspettata. Il Lille ha caratteristiche simili a quelle dei bianconeri, prediligendo possesso palla e riaggressione e dando il meglio in campo aperto, ma l’ha mostrato solo a tratti. Il pallino del gioco è sempre stato tra i piedi dei giocatori di Thiago, che hanno sostanzialmente fatto tutto da soli.

Dusan Vlahovic e Francisco Conceiçao - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Dusan Vlahovic e Francisco Conceiçao – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Thiago Motta vuota il sacco: messaggio a squadra, tifosi e società

Il gol dei francesi è infatti arrivato in contropiede, complici esiziali errori di squadra a livello di posizionamento, ma anche individuali. Prima e dopo la Juve ha sbattuto contro un muro, mostrando i limiti già palesati in campionato nell’attaccare difese schierate. Motta non ha potuto quindi nascondere a fine partita, ai microfoni di Sky Sport, di evidenziare cosa non vada nella propria creatura dopo tre mesi di lavoro: “In fase offensiva si poteva fare meglio”.

I principi di gioco cari al nuovo allenatore si vedono in maniera sempre più nitida, ma il fatturato offensivo resta deludente. Tanto a livello di produzione di occasioni, quanto in quelli realizzativi: “Negli ultimi 20 metri si sarebbero potute fare scelte diverse” ha aggiunto Thiago, che le ha provate tutte per dare imprevedibilità alla squadra. Conceiçao ha fatto il proprio dovere, Yildiz a tratti, Vlahovic si è battuto, ma il serbo non è il centravanti ideale per il calcio di Motta, che non a caso ha poi sperimentato lo stesso Yildiz e poi addirittura Mbangula come falso nove. Del resto le rivoluzioni non si possono fare in un’estate. Al mercato della Juve è mancato un vice Vlahovic e l’infortunio di Milik ha fatto il resto. Le conseguenze si vedono, unite alle difficoltà create dall’infortunio di Bremer, evidenti ogni qualvolta la squadra si fa sorprendere in campo aperto.