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“Non dormo da due giorni”. La confessione choc, poi l’ammissione: “Adesso aiutateci”

Soccorsi - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Soccorsi – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Una vita da sportivo di successo e un presente da commentatore e imprenditore: ora, però, l’ex campione ha visto la morte in faccia.

La tensione dovuta a una partita o a una gara cruciale per la stagione, se non per l’intera carriera. O ancora l’emozione per un debutto, per una prima volta da ricordare per tutta la vita. Sono alcune delle cause che possono produrre l’insonnia in un atleta.

Sul tema del riposo alla vigilia di una prestazione sportiva gli esperti si dividono, al pari dei diretti protagonisti. C’è chi nelle 24 ore che precedono un evento dorme come, se non di più, rispetto alla normalità, ma anche chi fatica a prendere sonno, salvo poi non accusarne gli effetti sul campo.

Si pensi ai campioni del mondo 1982 di calcio e ai loro racconti sulle chiacchierate e sulle partite a carte disputate a notte fonda alla vigilia di semifinale e finale. Altri tempi e altri atleti? Può essere, ma alla discussione si è aggiunto il recente retroscena svelato da Jannik Sinner relativo a cosa accaduto prima di un match molto importante.

Immerso nella tensione del caso Clostebol, il numero 1 del tennis mondiale ha ammesso di avere riposato male alla vigilia del quarto di finale di Wimbledon 2024 contro Daniil Medvedev. In quel caso le conseguenze si sono viste sul campo, con il malore che ne ha di fatto causato la sconfitta. La cronaca delle ultime ore ha tuttavia portato alla luce un caso ben diverso, quello di un ex atleta che il sonno lo ha perso per altri motivi.

Maltempo, la testimonianza dell’ex campione: “Ho visto il finimondo”

La tragica ondata di pioggia e maltempo che ha travolto la Comunità Valenciana, causando oltre 100 morti, centinaia di dispersi e di sfollati, oltre a danni ingenti, non ha fatto vittime italiane, come ha comunicato la Farnesina. I tanti nostri connazionali che vivono da quelle parti stanno bene, ma tanti di loro se la sono vista brutta e sono diventati testimoni oculari del dramma. Tra questi anche uno degli sportivi italiani più apprezzati in Spagna.

Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italia 2000, oggi è un apprezzato commentatore tecnico di ciclismo in tv. Spagnolo d’adozione per motivi di famiglia, l’ex compagno di squadra di Marco Pantani vive da anni a Betera, cinque chilometri a nord di Valencia. Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Garzelli ha raccontato come è riuscito ad evitare il peggio: “Il vento ci ha aiutato, ha soffiato a 150 all’ora e ha tenuto lontano la pioggia, ma a 4 km da casa nostra c’è il finimondo”. Impossibile quindi vivere normalmente anche se tutti gli affetti stanno bene: “La famiglia è al sicuro, ma io non dormo da due giorni” la confessione di Stefano.

Ciclismo - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Ciclismo – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Tragedia in Spagna, scatta la corsa agli aiuti: “C’è bisogno di tutti”

Insieme alla moglie Maria l’ex scalatore ha fondato una scuola di ciclismo giovanile molto conosciuta di Spagna, la cui sede è proprio a casa Garzelli e che comprende una cinquantina di ragazzi tra i 4 e i 15 anni. Anch’essa è stata risparmiata dalla tragedia, grazie all’accortezza di Stefano: “Le bici le avevamo messe in salvo perché dopo un’esperienza simile nel 2012 avevamo costruito dei pannelli di legno che abbiamo messo davanti alle porte per frenare l’acqua”.

In casi come questi, però, pensare a quanto si è stati fortunati non basta. Urge, soprattutto se si è personaggi famosi, attivarsi al più presto per aiutare chi è alle prese con la devastazione: “È stato un inferno di pioggia, sono morti tanti bambini – ha concluso un Garzelli provato – Adesso abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.