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Scandalo Pallone d’oro: è boicottaggio, ma la soffiata è arrivata così I Retroscena Real e diserzione totale

Pallone d'Oro - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Pallone d’Oro – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Finita l’era di Messi e Ronaldo il premio di France Football continua a dividere: la protesta eccellente consegna alla storia l’edizione 2024.

Bene o male purché se ne parli. Passano gli anni, ma il Pallone d’Oro continua a far discutere. Eppure un’era si è definitivamente chiusa nell’ottobre 2023 quando è diventato ufficiale che Cristiano Ronaldo non sarebbe stato incluso, dopo 18 anni di presenze ininterrotte, nell’elenco dei 30 finalisti dell’edizione poi vinta da Leo Messi.

Un anno lo stesso destino è capitato al suo inseparabile amico-nemico, costretto a vedere dalla tv (fuso orario e volontà permettendo…) le immagini della premiazione 2024. Non è un amaro quanto beffardo scherzo del destino, bensì solo l’inevitabile scure dell’unica cosa che non si può dribblare: l’età.

Dura lex sed lex, quella del tempo che passa alla quale neppure le leggende possono opporsi. Un po’ come nel tennis, dove l’epoca dei Big Three è al tramonto. Ma con una sostanziale differenza. Se gli eredi di Federer, Nadal e Djokovic sono già sbocciati, nel caso del riconoscimento calcistico individuale più ambito i dominatori annunciati del nuovo millennio continuano a farsi attendere.

Da Mbappé a Haaland il momento delle nuove stelle non è ancora arrivato e anche questa volta entrambi… lo vinceranno un altro anno. Il risultato è un interregno che almeno quest’anno ha fatto discutere e soprattutto arrabbiare. Chi? I vinti, ovviamente, che hanno saputo di essere tali con qualche ora di anticipo rispetto all’inizio della cerimonia, ma soprattutto, purtroppo per gli organizzatori, anche rispetto al volo che avrebbe dovuto portare la squadra più galattica del pianeta a Parigi.

Il Pallone d’Oro 2024 fa la storia: il verdetto a sorpresa fa infuriare gli sconfitti

Quanto successo prima della cerimonia 2024 è allora destinato a entrare nella storia del calcio a causa della clamorosa protesta del Real Madrid, che ha boicottato la notte di gala a Parigi. La colpa è evidentemente di un cortocircuito informativo, quello che aveva convinto tutti, dal presidente Perez in giù, che il vincitore di quest’anno sarebbe stato Vinicius Junior. Con Ancelotti candidato al premio di miglior tecnico, poi vinto, e altri campioni in lizza per il podio, da Carvajal a Bellingham, fino allo stesso Mbappé, alla Casa Blanca già pregustavano l’ennesimo red carpet nel quale fare sfoggio della propria leggenda, al punto da aver predisposto una lunga diretta social sui propri canali.

Non è andata così e un giorno si saprà il perché. Non il perché il premio sia andato a Rodri, il cervello, ma anche il cuore, della Spagna campione d’Europa, nonché del Manchester City campione d’Inghilterra, bensì il perché al Real siano arrivate informazioni così clamorosamente sbagliate. Sarà stata la rabbia per essere entrati in conclave da papi ed esserne usciti da cardinali, fatto sta che a Madrid hanno deciso di pancia, annullando il viaggio che avrebbe dovuto portare la delegazione a Parigi.

Carlo Ancelotti e Vinicius Junior - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Carlo Ancelotti e Vinicius Junior – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Furia Real Madrid: cosa c’è dietro la clamorosa protesta anti-Pallone d’Oro

Un oceano di critiche social si è abbattuto sull’universo blanco. Chiaro come dietro a questa decisione ci sia anche altro, ovvero i pessimi rapporti tra Real e Uefa, che da quest’anno è partner del Gruppo Amaury, editore del magazine France Football, nella gestione e organizzazione dell’evento. Dalla Superlega in giù Perez e Ceferin si guardano in cagnesco, anche se poi il Real ignora la ruggine quando c’è da alzare il trofeo della Champions League. I Blancos sono stati inevitabilmente accusati di aver peccato di classe, stile e umiltà.

Le stesse qualità che hanno fatto difetto allo stesso Vinicius, che a margine del Clasico perso contro il Barcellona aveva risposto a una provocazione di Gavi anticipando il suo viaggio in Francia per ritirare il primo Pallone d’Oro della carriera. Sarà per un’altra volta, a patto che pure il Brasile gli dia una mano e che lui la dia alla Seleçao. Perché Rodri ha vinto per essere stato decisivo con club e nazionale, cosa che non è successa a Vinicius. Come sommessamente notato anche da chi, dal ct della Roja De La Fuente all’ex gloria e dirigente del Real Jorge Valdano, aveva buoni motivi per essere super partes.