Milan, tutti nella gabbia del “Leão”: altro che gattini, Ibra li ha rimessi in riga. Ecco le decisioni che ha preso davvero il ‘boss’
L’ex attaccante svedese è sempre più calato nei panni del dirigente: blitz-lampo a Milanello, Fonseca e la squadra stanno ad ascoltare.
Ci sono notti e partite alle quali non si può mancare. Per l’importanza della sfida, per la delicatezza del momento e anche per il blasone dell’avversario. Lo stadio è pieno, la tensione pre-partita è avvertita già da diversi giorni e la carica giusta può fare la differenza.
Zlatan Ibrahimovic la Champions League non l’ha mai vinta e non c’è neppure andato così vicino, non avendo giocato neppure una finale. La sliding door del 2009, con quello scambio con il Barcellona che portò Eto’o all’Inter, ha cambiato la storia dei nerazzurri e la carriera dello svedese, che tuttavia sa bene quanto conti quella coppa per un calciatore.
Per questo il Senior Advisor di RedBird non ha fatto mancare la propria presenza prima del debutto stagionale in Champions del suo Milan contro il Liverpool. L’effetto non è stato quello sperato, almeno sul gruppo, ma quella notte Zlatan l’impronta l’ha lasciata, almeno dal punto di vista mediatico.
Il riferimento è alla metafora sui “gattini” e sul “leone”, che tanto ha fatto discutere nei giorni e nelle settimane successive. Per la seconda uscita europea a San Siro Ibra ha quindi voluto evitare le telecamere, scegliendo di farsi vedere a Milanello solo qualche giorno dopo la partita che ha portato i primi punti in classifica.
Da uomo scudetto a scontento: il Milan e la crisi di Rafa Leao
Al netto del risultato finale la gara contro i belgi non è stata una passeggiata e ha lasciato nuove scorie, tanto sul piano dell’organizzazione di gioco, quanto su quello dei singoli. Il fatto che la svolta del match sia coincisa con l’uscita dal campo di Rafa Leao non può infatti che acuire il momento di difficoltà vissuto dal portoghese, lontano dai propri migliori standard di rendimento.
L’mvp della Serie A 2021-’22 sta attraversando uno dei momenti più difficili della propria carriera, almeno nel club, dal momento che in nazionale le prestazioni sono convincenti. La distanza da mister Fonseca sembra siderale, sul piano tecnico e umano, ma il gruppo viene sempre prima di tutto. Questo è ciò che Ibra ha voluto trasmettere a Leao in un colloquio personalizzato avvenuto, secondo quanto riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’, nella giornata di giovedì 24 ottobre.
Ci pensa Ibrahimovic: Zlatan e il colloquio-chiarificatore con Leao
Nessun gioco di parole tra leoni e Leao, quindi, bensì una chiacchierata franca tra due ex compagni di squadra, con il più esperto che, dopo essersi complimentato con il gruppo e con l’allenatore per i recenti successi, si è voluto soffermare su chi è in difficoltà. Attraverso poche parole Zlatan ha cercato di rassicurare il giovane amico-collega circa il fatto che il processo di maturazione di un giocatore passi anche attraverso momenti complicati come quello che sta vivendo il numero 10.
Momenti che possono essere superati solo attraverso una reazione d’orgoglio e di carattere da parte del diretto interessato, chiamato ad accettare le scelte dell’allenatore e a cercare di sfruttare ogni minuto trascorso in campo per cercare di invertire la tendenza e tornare a essere un imprescindibile riferimento per i compagni. Parola di ex fuoriclasse, che ha evidentemente capito di poter essere utile alla squadra anche, se non principalmente, lontano dalle telecamere.