Lo hanno scaricato: addio alla panchina, mandato via dal giorno alla notte | Ma sta venendo fuori tutto: cosa c’è dietro la clamorosa separazione
Allenatori senza pace ad ogni latitudine: il divorzio è ufficiale, la notizia shock con i suoi retroscena turba i tifosi di tutto il mondo.
“Non disfate mai la valigia e almeno per i primi mesi vivete in albergo”. Sembrano due consigli da vademecum del viaggiatore perfetto e invece si tratta di suggerimenti “cult” che arrivano dalla scuola allenatori italiana per i propri allievi durante i corsi per l’ottenimento del patentino.
Possono sembrare accorgimenti crudi e anche piuttosto amari e in verità lo sono, ma è noto come la vita del mister nel calcio moderno, in Italia e non solo, sia particolarmente precaria e appesa alla volatilità dei risultati e degli obiettivi da raggiungere.
Ecco perché c’è davvero chi, non solo per scaramanzia, non tocca i propri bagagli per diverse settimane dal proprio arrivo e chi capisce che investire… sul mattone, anche solo per un affitto, sia un rischio troppo grande da affrontare, se non dopo una lunga serie di vittorie.
Senza i punti il famoso “progetto” intrapreso muore prima ancora di nascere. Ne sanno qualcosa a Cittadella e Frosinone, due delle piazze italiane storicamente meno avvezze agli esoneri, ma fresche di ribaltone in panchina dopo un inizio di campionato da dimenticare. Senza i punti nessun mister è al sicuro, a prescindere dal proprio pedigree.
Nazionale, altro ribaltone: la separazione consensuale è ufficiale
Si pensi a José Mourinho e Daniele De Rossi, uniti dall’esperienza alla Roma, ma separati da carriere agli antipodi per lunghezza e palmares. Per entrambi la scure dell’esonero alla Roma si è abbattuta implacabile, senza preavviso, dopo qualche risultato negativo. Non si può dire lo stesso invece per un altro tecnico blasonatissimo, andato ad allungare l’elenco dei disoccupati illustri.
L’avventura di Roberto Mancini sulla panchina dell’Arabia Saudita è infatti già finita. Il ct campione d’Europa con l’Italia nel 2021 ha firmato la risoluzione contrattuale con la Federazione di Riad, accettando di sciogliere il contratto da 25 milioni netti l’anno che sarebbe dovuto durare fino al 2027.
Risultati deludenti e non solo: Mancini, i retroscena sul flop in Arabia Saudita
Il tutto appena 16 mesi dopo quel tumultuoso agosto 2023, che vide il Mancio firmare per l’Arabia pochi giorni dopo le dimissioni dal ruolo di ct degli Azzurri. Come un tecnico “qualunque” Mancini paga i risultati deludenti conseguiti sulla panchina dei verdi nelle qualificazioni al Mondiale 2026, a partire dall’eliminazione agli ottavi nella Coppa d’Asia 2023 contro la Corea del Sud, ma anche importanti differenze di vedute rispetto alla Federazione.
Se infatti fatale è risultato il pareggio contro il Bahrain a fare rumore era stato soprattutto lo sfogo di Mancini al termine del match, inerente allo scarso impiego dei giocatori sauditi nei propri club: “C’è bisogno di una cooperazione maggiore tra federazione e Lega, perché 20 dei miei calciatori stanno sempre in panchina nelle loro squadre di club”. Parole che non sono andate giù ai capi di Riad, che hanno quindi optato per rinnegare il “progetto” intrapreso meno di un anno e mezzo fa, ma che non ha mai dato riscontri. “Qui sono sicuro che troveremo i giocatori giusti, in Italia era difficile scegliere” aveva pronosticato entusiasta Mancini il giorno della presentazione. Parole e sogni, portati via dai sovrani risultati (mancati).