Gudmundsson: lesione alla giunzione, ma in pochi sanno cosa sia I Senti l’esperto: i tempi di recupero VERI sono questi
Appena il tempo di prendersi la Viola sulle spalle e l’islandese è di nuovo costretto a fermarsi: questa volta lo stop non sarà breve.
Vincere di goleada, anzi tornare a segnare sei reti in trasferta in una partita di campionato 58 anni dopo l’ultima volta, ma tornare a casa con il volto tirato e un carico di preoccupazione destinato a durare almeno per una notte.
Questo è stato il contraddittorio stato d’animo con il quale i tifosi della Fiorentina e Raffaele Palladino hanno lasciato Lecce al termine della partita dominata dai viola, passati per 6-0 al Via del Mare grazie a una prestazione soddisfacente sotto tutti i punti di vista.
A turbare il viaggio di ritorno e l’ottimismo che si sarebbe potuto respirare a pieni polmoni grazie alla seconda vittoria consecutiva dopo quella sul Milan, ai passi avanti mostrati dalla squadra sul piano del gioco e anche dei singoli, leggi i primi gol di Andrea Colpani, è stato l’infortunio subito da Albert Gudmundsson.
In Salento l’attaccante islandese si è chiamato fuori dopo meno di 10 minuti a causa di un guaio muscolare sul quale l’ex Genoa ha deciso di non rischiare, di concerto con lo staff medico della Fiorentina. Un risentimento al flessore ha spinto alla prudenza, così al posto del numero 10 Palladino ha mandato in campo Lucas Beltran, che è risultato tra i migliori.
Fiorentina senza pace: Palladino perde il proprio top player
L’altra faccia della medaglia induceva quindi al sorriso. Se lo show di Lecce è arrivato senza la stella dell’ultimo mercato significa che la qualità delle alternative a disposizione dell’ex allenatore del Monza e la profondità dell’organico possono far puntare ad una stagione di alto profilo su entrambi i fronti, Serie A e Conference League.
A far prevalere l’inquietudine è stato però il referto degli esami strumentali ai quali Gud si è sottoposto al ritorno in Toscana. Non un “semplice” stiramento ai flessori, bensì “una lesione di I/II grado a carico della giunzione mio-tendinea del bicipite femorale della coscia destra”, come riportato dal comunicato della Fiorentina. Un infortunio non consueto e non banale, che merita di essere approfondito.
Gudmundsson, stilati i tempi di recupero: la Viola è nei guai
Come descritto a ‘Gazzetta Active’ dal dottor Stefano Diprè, fisioterapista specializzato in riabilitazione ortopedica e traumatologica sportiva e fondatore di Fisioscience, la giunzione miotendinea è una struttura complessa, quella in cui avviene l’aggancio tra le cellule muscolari e le fibre del tendine. Purtroppo si tratta di una zona sollecitata per un calciatore e in particolare per chi, come Gudmundsson, fonda il proprio gioco su frequenti cambi di direzione.
L’attaccante islandese è stato evidentemente vittima di una contrazione improvvisa o di un sovraccarico eccessivo, ma ora non dovrà farsi prendere dalla fretta di tornare in campo il prima possibile. I tempi di recupero per una lesione miotendinea tra il primo e il secondo grado lesione sono infatti variabili, ma in genere non inferiori ai 30-40 giorni. Dipenderà dalla quantità di fibre che si sono lesionate ma, calendario alla mano, Palladino dovrebbe fare a meno della propria stella per almeno sei partite tra campionato e Conference. Le alternative non mancano, ma si tratta comunque di un brutto colpo per la squadra e per il giocatore, che era già stato costretto a far slittare il debutto in maglia viola a causa di un infortunio al polpaccio rimediato in estate.